Napoli, arrivano Demme e Lobotka:
​come la mediana cambia volto

Napoli, arrivano Demme e Lobotka: come la mediana cambia volto
di Marco Giordano
Giovedì 9 Gennaio 2020, 08:00
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In 280 gare da professionista, Diego Demme ne ha giocate 221 da mediano, 39 da centrocampista centrale, gli altri spiccioli da adattato sull'out difensivo, in particolare su quello di destra. Scontato immaginare dove Gattuso lo impiegherà: lì, davanti alla difesa, per rispondere a due criteri enumerati dal tecnico azzurro dopo la sconfitta contro l'Inter. Il primo è legato al possesso palla, al primo possesso: Gattuso lo vuole più pulito e rapido. In sostanza, la palla deve partire dai piedi dei centrali, avere un'alternativa immediata, un giocatore davanti la difesa, che sappia farla girare ad uno, massimo due tocchi, anche con un passaggio banale, ma rapido, che non consenta la costruzione dei blocchi alle linee di passaggio partenopee. La seconda necessità esposta dal tecnico si condensa in una frase: «Uscivamo sempre male, lasciando un buco in mezzo». La chiarezza non lascia dubbi: il varco centrale non è coperto, anzi non è stretto, come vorrebbe il tecnico. Non solo in occasione del primo e del secondo gol dell'Inter, ma anche in almeno altre due circostanze pericolose, il Napoli ha lasciato troppo spazio al centro. Fabian, assecondando le sue caratteristiche, attacca l'uomo, va a prendere il portatore. È lo stesso concetto che muove Allan: in entrambi i casi, manca la copertura dello spazio, con una difesa che sta imparando, nuovamente, a scappare indietro a copertura della porta, si crea una voragine centrale. Lukaku e compagni hanno avuto praterie anche di 60 metri da poter coprire, quasi, in scioltezza.

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UOMO TATTICO
Il Napoli con Demme cambia nella dimensione dell'equilibrio. Resistenza, agilità e proprio equilibrio sono le tre caratteristiche fondamentali di un calciatore che ha un'ottima capacità di giocare nel breve: così si cercherà un'uscita più pulita, provando ad evitare le voragini in mediana. Demme è un calciatore senza punti di debolezza per un mediano: perché se è vero che per segnare un gol nel campionato tedesco ci ha rimesso un dente, Gattuso ha trovato nel giocatore che tanto lo ammira, quell'uomo di lotta e di governo che può essere funzionale a quelli che sono i problemi evidenziati dall'allenatore azzurro. Demme è uno abituato a giocare palla a terra, il Lipsia è una delle squadre che effettua il fraseggio più stretto della Bundesliga. Giocando in questo modo, Demme guadagna falli, pur non tirandosi mai indietro: nella gara contro il Borussia dello scorso 17 dicembre, sono stati 12 i palloni recuperati da Demme, la mappa termica della sua partita certifica come si sia mosso su tutto il fronte mediano, occupando tutti i settori del campo davanti la linea di difesa.

CHI ESCE?
Le caratteristiche ed i compiti per i quali Diego Demme arriva a Napoli sono tali che l'italo-tedesco (oppure Lobotka, qualora dovesse arrivare), dopo un naturale ambientamento, dovrebbe esser titolare di una squadra che deve tirar fuori, presumibilmente, uno degli attuali titolari in mediana. L'ipotesi più semplice sembra esser quella che conduca ad un maggior equilibrio, con un Demme che vesta i panni dello Jorginho di un paio di stagioni fa, con Allan a destra e Zielinski o Fabian a sinistra. In realtà, l'ipotesi dei due interni con caratteristiche più offensive può esser sviluppata a gara in corso, ma anche dall'avvio, regalando a Gattuso una varietà di ipotesi che partono sempre dal concetto di equilibrio: nelle gare dove è presumibile che l'avversario parta con un baricentro più basso, l'ipotesi di Zielisnki e Fabian con Demme diventa più praticabile. Complesso immaginare un 4-2-3-1 al momento, proprio per la ricerca di questi sistemi di compromesso tra le due fasi che sono il principale cruccio del trainer azzurro, anche perché in fase di non possesso si tornerebbe, inevitabilmente al 4-4-2, modulo che Gattuso, più volte, ha sottolineato di gradire poco.
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