Da Milano a Liverpool in 240 giorni,
quanto pesano gli errori di Milik

Da Milano a Liverpool in 240 giorni, quanto pesano gli errori di Milik
di Gennaro Arpaia
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 18:51
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Di giorni ne sono passati un po’, duecentoquaranta per la precisione, ma il succo è lo stesso. Arek Milik a casa non porta il pallone ma l’amarezza per un’occasione lasciata lì, sul prato verde di Anfield: al minuto 92, l’attaccante polacco avrebbe la chance di siglare il gol qualificazione con cui il Napoli sarebbe agli ottavi, ma il suo tiro si spegne su Alisson così come si spengono anche le speranze dei tifosi napoletani, increduli in tribuna come a casa. Un peso incredibile sulle spalle di Arek, attaccante che duecentoquaranta giorni fa aveva gettato al vento un’occasione molto simile a Milano.



Il Napoli è in piena lotta per lo scudetto, ma siamo ad aprile e le forze scarseggiano, bisogna fare il massimo col minimo sforzo. Qualche giorno prima, l’incredibile vittoria con il Chievo al San Paolo all’ultimo minuto in cui il polacco aveva messo la firma prima del finale pazzesco di Diawara. La trasferta di San Siro, contro un Milan abbordabile, poteva essere viatico ottimale per non perdere terreno nella lotta alla Juventus. Ma quella con la squadra rossonera fu partita vera, che gli azzurri non riuscirono a sbloccare. Nel recupero, proprio come ieri sera ad Anfield, il cross dalla destra viene spazzato e finisce sul sinistro di Milik, che però sbaglia l’angolo in cui calciare e permette a Donnarumma di fare bella figura coi fotografi.



Cambiano il portiere e la scenografia, ma il risultato è lo stesso anche a Liverpool: il cross arriva ancora dalla destra, la spiazzata stavolta è di un inglese, Arek prova anche ad anticipare tutti calciando di destro ma spara addosso ad un Alisson meritevole solo di aver tenuto saldi i nervi. Sulla seguente respinta, il polacco ci prova in rovesciata ma gli va peggio. Un errore marcato, che sottolinea uno dei limiti riconosciuti al 24enne ex Ajax: l’incostanza sottorete e l’incapacità di mettere la zampata giusta nelle gare e nei finali che contano. Il Liverpool tira un sospiro di sollievo, pochi minuti e Skomina fischia la fine, con il Napoli costretto a salutare la Champions.

Il pensiero di tutti corre immediatamente a quell’errore di Milano, un gol mancato che però Milik seppe dimenticare in fretta: nella gara successiva contro l’Udinese, infatti, il polacco segnò un’altra rete importante capace di tenere a galla un Napoli che sarebbe andato poi a vincere anche a Torino. Stavolta l’occasione ravvicinata arriva a Cagliari, in una gara di campionato da non fallire. Poi sarà il momento dell’Europa: la «retrocessione» nella seconda competizione internazionale per club non è un passo indietro generale, ma un banco di prova ulteriore in cui la squadra di Ancelotti potrà dire la sua, si spera, fino alle battute finali. E per farlo avrà bisogno anche del miglior Milik.
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