Napoli, è la riscossa di Ghoulam:
Hamsik fa il giocoliere, Milik c'è

Napoli, è la riscossa di Ghoulam: Hamsik fa il giocoliere, Milik c'è
di Pino Taormina
Domenica 9 Dicembre 2018, 08:00
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Più che una partita, è un’esecuzione di piazza, o da stadio. Enorme il divario tecnico e troppo diversa la situazione psicologica, perché ci sia un confronto equilibrato. Il Napoli è ancora feroce, ancora affamato, la vittoria della Juve sull’Inter non l’ha piegato. Nella partita delle resurrezioni, da Meret a Ghoulam e Younes, il Napoli gioca una gara giudiziosa, attenta, mai garibaldina, in cui sa che tenendo il ritmo alto e spingendo con continuità, il gol arriverà. E il fatto che il match si sblocchi dopo pochi minuti aiuta ancor di più a non sprecare energie mentali e fisiche. Il Frosinone non è in grado di creare grattacapi e la rete presa in avvio non va in soccorso di Longo che ha impostato tutto solo in fase di resistenza.
 
 

6 MERET 
Fosse la vita del portiere, come quella vissuta con il Frosinone, allora poteva anche giocare prima, con un braccio ingessato e magari pure con un occhio bendato. Tanto, di tiri in porta neppure l’ombra. Qualche traversone da controllare ma l’esordio è stato solo sulla carta. In attesa della prima parata.

6 HYSAJ
Ounas non lo aiuta tanto in fase di supporto, anche se la spinta di Beghetto è rarefatta come l’aria nel giorno dell’Immacolata. Insomma, senza infamia e senza lode. Potrebbe fare di più in fase di spinta ma si accontenta di fare l’essenziale sul suo lato. Non combina guai, ma non ha mai neppure lo spunto per mettersi davvero in mostra.

6,5 KOULIBALY 
Gioca. Ma da centrale destro. Un inedito necessario per favorire il compagno di reparto che è all’esordio in quel ruolo. Non c’è bisogno di fare cose straordinarie per prendere le contromisure di Pinamonti, servito, poco e male. Ma è tutto il complesso offensivo del Frosinone che non ha struttura e qualità per creare impicci.

6  LUPERTO
Magari, vista la somiglianza nessuno si è accorto che non è Albiol. Pulito nello svolgimento del compito: d’altronde davvero non è un pomeriggio in cui può rovinarsi la vita. Unico inconveniente quando non si capisce con Meret al limite dell’area. Ma si era già sul 3-0 e qualche sbadiglio può essere pure concesso.

7,5 GHOULAM
Torna in campo dopo 402 giorni e tre operazioni chirurgiche. È titolare nella convinzione che se è pronto lo è pure per giocare dal primo minuto. Inizialmente prudente, talvolta ai suoi ardimentosi tuffi in avanti preferisce l’attesa. Quando osa, però, sfiora due volte il gol e fa due assist. E nel finale indossa la fascia. 

7,5 OUNAS 
Certo, non sempre fa la cosa giusta. Ma ogni volta ci mette imprevedibilità, fantasia, un tocco di poesia e magari pure qualche tocco in più. Ma fa sempre piacere vedere su un terreno di gioco un’invenzione. Meglio a destra che a sinistra come con il Chievo. Il gol è un missile straordinario.

6 ALLAN 
L’assenza di Albiol lo spinge molto spesso a spostarsi tra i due centrali difensivi per dare una mano nell’impostazione della manovra. Non ha bisogno di sfoderare gli artigli per intimorire Cassata o Maiello che hanno una soggezione fisiologica nei suoi confronti. 

6,5 HAMSIK 
Chibash fa quasi tenerezza al suo cospetto. Il capitano legge bene il ritmo della partita, fa gironzolare il pallone in modo tale che la spinta sia costante e alternante, a destra e a sinistra. Regista a tutto campo, con il suo giro palla manda in tilt l’organizzazione del centrocampo ospite.

7 ZIELINSKI 
Riserva a chi? Non ha nei cromosomi il concetto di panchinaro, quindi l’idea di dover lasciar il posto a Fabian a Liverpool non lo deve rendere felice. Il diagonale con cui sblocca la partita è delizioso per precisione e forza. Gara di attenzione, di costruzione e di densità.

7 MILIK 
Ha forza fisica e posizione. Segna due gol anche se nel primo tempo non è particolarmente sfavillante. Si accende a sprazzi. Prima della doppietta Sportiello gli nega un paio di occasioni per far gol. Nello schema sul primo palo in occasione del suo gol di testa (il primo degli azzurri della stagione) mostra il senso della posizione.

6 INSIGNE 
In qualche momento apparentemente svogliato, quasi senza verve. Sembra persino soffrire i movimenti dei difensori ospiti. Però in ogni azione pericolosa c’è il suo piede vellutato, il suo tocco in più. In avanti, irrinunciabile. Ariaudo e Goldaniga vanno molto spesso in difficoltà nel secondo tempo. 

6 YOUNES 
Si piazza al posto di Zielinski (che passa a destra con il suo ingresso) e mette alle sue spalle un bel po’ di mesi di ombre, sospetti e vecchi merletti. L’ex Ajax ha un impatto discreto sulla gara, anche se trova avversari già sulle gambe e ormai con la testa già al ritorno a casa. Segnali positivi in vista di ben altri test. 

sv ROG 
Ormai è chiaro che una manciata di minuti non aiutano lui a crescere in autostima né ad Ancelotti per capire quello che potrà fare del croato. Gioca sempre sgoccioli di partita, e negli ultimi tempi sempre sgoccioli inutili, quando i giochi sono fatti e a lui tocca il compito di chiudere la porta. Senza far danni.

sv DIAWARA 
La gara con Chievo lo ha forse segnato nelle gerarchie: ovviamente, vista la sua tonalità, va capito Ancelotti che non ha corso il rischio di gettarlo in campo dal primo minuto. Il punto è: se non gioca con il Frosinone vuol dire che è davvero scivolato assai indietro nelle gerarchie azzurra. In maniera precipitosa.

6,5 ANCELOTTI 
Lo 0-0 con il Chievo non gli fa cambiare idea sulle rotazioni: va in campo il Napoli-2 ma stavolta con l’intuizione giusta, ovvero senza rinunciare a Hamsik e Allan, intorno a cui ruotano idee e palle. Il 4-4-2 diventa spesso un 4-2-3-1 con Allan che si abbassa per sopperire all’assenza di Albiol in fase di impostazione. Il match è come un incontro di boxe tra un peso massimo e un peso piuma. La squadra stavolta non delude in convinzione.
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