Ghoulam e le stelle di Leonardo:
un mese prima del ritorno in campo

Ghoulam e le stelle di Leonardo: un mese prima del ritorno in campo
di Pino Taormina
Giovedì 18 Ottobre 2018, 12:10 - Ultimo agg. 19:25
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Tra poco sarà un anno. Un anno dal suo primo infortunio, quello ai crociati. Ghoulam sa che non sarà semplice. Non tanto tornare, quanto tornare velocemente quello di prima. «Ho avuto la mia parte di dolore, mi prendo adesso la mia parte di felicità». Sul suo Twitter, il franco-algerino posta una foto con questa scritta, presa a prestito da un furgoncino che espone la frase alla vista degli altri automobilisti. Deve essere stato assai colpito, Ghoulam, da quelle parole: il dolore e la felicità. Deve averle sentite sue. Il crac al ginocchio nel momento migliore della sua carriera. Contro il Manchester City, in Champions League. Poi il ritorno lento, la rottura della rotula a febbraio, il rientro soft, le tre panchine con Sarri nel finale di stagione e la nuova frenate per un altro accidenti al ginocchio, nel corso della sua vacanza a Miami. Adesso il ritorno è vicino. Anche se non tantissimo.

Da una decina di giorni lavora con il gruppo, ma c'è bisogno ancora di qualche settimana per poterlo rivedere sul terreno di gioco. Non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che corra e giochi con gli altri: la partita è un'altra cosa. Lo sa lui e lo sanno tutti. Un anno lontano dai campi non è questione di poco conto: Ghoulam mostra serenità, ogni volta che può. Per scovargli qualche sentimento può servire ricordargli l'avverbio che più è stato usato, in questi mesi, per spiegare il programma di recupero: «Progressivamente». Il cammino di Ghoulam verso la migliore condizione deve ancora avvenire per gradi: «Progressivamente», per l'appunto. Lo ripetono tutti dalla prima ora. Ed è per questo che c'è ancora da attendere: la prima convocazione non è ancora scontata, non c'è una data segnata sul calendario. Lui spera che già a Udine possa far parte del gruppo, ma difficilmente Ancelotti lo porterà in Friuli. Meglio continuare col proprio programma di lavoro, puntando al bersaglio grosso del recupero della forma fisica, senza impegni ravvicinati.
 
Ancelotti ci è passato. La sua carriera da centrocampista è stata funestata dai problemi al ginocchio: Sacchi, per portarlo al Milan, dovette convincere Berlusconi che aveva tra le mani i test clinici che dicevano che le sue prestazioni, a causa del ginocchio, erano inferiori del 20 per cento. Gli dice che non ha senso gettarsi nella mischia senza essere in buone condizioni: poi Carletto sa bene che dovrà giocare, perché è il campo che fa la condizione, non certo gli allenamenti. E Ghoulam pazienta e cita persino Leonardo da Vinci. «Gli ostacoli non mi fermano. Ogni ostacolo si sottomette alla rigida determinazione. Chi guarda fisso verso le stelle non cambia idea». La sua deve essere una determinazione di ferro: ovvio che non si arrende. Prima del crac al ginocchio era considerato l'esterno basso più forte d'Europa. E vuole tornare a quei livelli.

Il Manchester United ha a lungo tentato il Napoli. Lo avrebbe preso anche infortunato, la scorsa primavera. Sono stati offerti una trentina di milioni di euro, ma la risposta è stata secca: è incedibile. Ghoulam ha un contratto lungo, fino al 2022: ha rinnovato quando era quasi in scadenza, quando da lì a pochi mesi, sarebbe potuto andare via a parametro zero (e quindi potendo strappare un ingaggio molto più alto) ma ha deciso di restare in azzurro. Ed è per questo non vede l'ora di poter tornare a giocare. Ma deve avere pazienza. Ci vorrà almeno un mese. Come minino.
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