Napoli, i 40 milioni di Giuntoli:
la forza del Mister plusvalenze

Napoli, i 40 milioni di Giuntoli: la forza del Mister plusvalenze
di Bruno Majorano
Domenica 21 Luglio 2019, 09:00
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Inviato a Dimaro-Folgarida

Cristiano Giuntoli è un uomo di poche parole e molti fatti. Da quando è arrivato a Napoli nell'estate del 2015 ha parlato pochissimo. Non si è nemmeno presentato in una conferenza stampa, però ha lavorato. E tanto. Fin da subito la sua mano nel mercato azzurro si vede eccome. Colpi mirati, spesso anche sconosciuti, ma che con il tempo si sono rivelate intuizioni geniali. Per il presente, ma anche per il futuro. Non è uno al quale piace stare sotto i riflettori, ma è oramai evidente che nel suo campo sia uno dei più abili.
 
Lo ha capito subito anche Carlo Ancelotti che ha impiegato un attimo per affidargli il mercato della sua squadra e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Quello di Giuntoli è un lavoro meticoloso: fatto di ricerca, studio e contatti sparsi in tutto il mondo. Ma l'abilità sta anche nel comprare a poco e rivendere a tanto, grazie anche alla grande valorizzazione che gli allenatori hanno fatto dei singoli giocatori arrivare a Napoli. Questo è certamente un discorso che può valere per Amadou Diawara, acquistato da Giuntoli nel 2016, quando il centrocampista era a Bologna, per 14,5 milioni di euro, e rivenduto quest'anno alla Roma (inserendolo nell'operazione Manolas) con un valore di 21. Ma ancora l'ennesima plusvalenza può essere quella di Rog, che è stato pagato 13 milioni nel 2016 dalla Dinamo Zagabria e a un passo dalla cessione al Cagliari per 18.

E non è tutto. Il vero capolavoro, infatti, è quello che riguarda i giocatori che il Napoli ha acquistato a cifre molto convenienti ed ha poi rivenduto negli anni senza averli mai avuti realmente in rosa. Su questi il caso più evidente si chiama Vinicius. L'attaccante brasiliano è stato preso un'estate fa per 4 milioni dal Real Sport Clube e dopo un anno passato in prestito (prima al Rio Ave e poi al Monaco) è stato rivenduto proprio in questi giorni al Benfica per 17 milioni. Il club portoghese, poi, ha deciso addirittura di blindarlo con una clausola da 100 milioni. Discorso analogo per Roberto Inglese che è arrivato nel 2017 dal Chievo (pagato 12 milioni) è rimasto per una stagione a Verona, l'anno dopo è andato in prestito al Parma e adesso è stato venduto agli emiliani per 22. Ennesimo colpo da 10 milioni di plusvalenza.

Capitolo a parte, poi, merita la gestione di alcuni ragazzi del settore giovanile come Sepe e Roberto Insigne. I due hanno vissuto rapide avventure in azzurro condite da qualche rarissima apparizione, e dopo una lunga serie di prestiti in giro per l'Italia hanno trovato una collocazione definitiva. Sepe è diventato quest'estate un giocatore del Parma (prestito con obbligo di riscatto a 4 milioni), mentre Roberto Insigne è adesso interamente del Benevento che l'ha riscattato per 1.5 milioni. Il tutto va conteggiato senza considerare gli ammortamenti economici che ogni stagione il Napoli compie sui cartellini dei propri giocatori e che in tal senso rendono ancor di più l'idea delle grandi operazioni compiute dal proprio direttore sportivo silenzioso. Ma Giuntoli non ha bisogno di apparire, perché lavora nell'ombra. Il suo lavoro è supportato dalla preziosa collaborazione del suo fedelissimo braccio destro Giuseppe Pompilio e di tutto lo scouting capitanati dagli storici collaboratori dell'era Bigon Micheli e Mantovani. Alla vigilia della gara di ritorno degli ottavi di Europa League contro il Salisburgo, il presidente De Laurentiis ha annunciato il rinnovo del contratto di Giuntoli fino al 2024 rendendolo a tutti gli effetti il dirigente più longevo della sua gestione.
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