Napoli. Higuain, 22 gol e uno spavento: sto male, ma con la Lazio ci sarò

Napoli. Higuain, 22 gol e uno spavento: sto male, ma con la Lazio ci sarò
di Pino Taormina
Lunedì 1 Febbraio 2016, 09:51
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Il solito noto colpisce ancora. E fa 22. Il serial bomber della serie A non sa cosa significa la parola pietà: in pratica, dal 18 ottobre a oggi ha concesso la «grazia» solo a Genoa, Roma e Torino. Nelle ultime sedici gare di campionato, è andato a segno per ben 13 volte.

E in cinque casi, ha fatto doppietta. Dietro, e al suo fianco, c'è una squadra vera, ma lui è come Wolf in «Pulp Fiction», quello che risolve i problemi, quello che scuote i compagni dalla sindrome del braccino. È successo anche ieri, dopo il gol dell'Empoli che magari poteva far venire i brividi, anche all'idea che la Juventus era già riuscita a battere il Chievo. E invece ci ha pensato lui a far partire la rimonta, a rimettere le cose al suo posto. È un'ira di Dio. E, in più ha una lingua efficace come solo il suo piede. Anche la chiarezza di idee ricorda quella che lui possiede in area: «Noi alla Juventus non pensiamo, noi pensiamo altro che al prossimo avversario. Dobbiamo andare avanti così, partita dopo partita». La transenna della zona mista dello Stadio San Paolo si allunga per quattro, cinque di metri. Non c'è un solo centimetro vuoto: microfoni, taccuini, telecamere. Giornalisti in doppia, tripla, quadrupla fila, che si sporgono, si spingono. L'uomo del gol passa velocemente. Ma già il passo veloce è la risposta che un po' tutti andavano cercando. «Mi fa male ancora la spalla, la botta è stata forte. Ma credo che non sia nulla di grave».

L'uscita di Skorupski gli ha provocato un piccolo ematoma. De Nicola, il responsabile sanitario, non crede che sia nulla di preoccupante. Ma infortuni del genere hanno bisogno di qualche ora per poterne valutare, con esattezza, l'entità. E stamane, dunque, si saprà cosa ha Higuain. Ma il suo dito pollice sollevato verso l'alto, sono già una risposta. «Tranquilli, tranquilli», dice a chi gli chiede come si sente.Il Pipita in questa macchina da gol che è il Napoli è la punta di diamante: 22 dei 50 gol totali (record assoluto nella storia azzurra) portano il suo nome. Ed è chiaro che anche sotto il profilo personale si sta togliendo un bel po' di soddisfazioni: in serie A era dal 1958/59 che non c'era un bomber di questo portento: Angelillo dell'Inter (25) e Altafini del Milan (22) si contendevano a suon di reti la corona di re dei marcatori. Poi, prima della guerra, c'è stato Guaita della Roma (con 23 gol) a far meglio del Pipita: ma per restare ai tempi più recenti, dopo 22 giornate Gonzalo ha battuto il primato di Luca Toni (21 gol nel 05/6), Batistuta (19 gol nel 94/95), Signori (19 gol nel 92/93) e Cavani (18 gol nel 02/03).

«Dobbiamo andare avanti partita dopo partita, così come stiamo facendo.
Siamo un gruppo unito, speriamo di continuare così. Serve tranquillità, dobbiamo lavorare. Solo così vinceremo», insiste ancora l'argentino. Il fratello-manager, Nicolas, è praticamente senza parole: «Siamo vicini alla perfezione», scrive riferendosi al Napoli ma soprattutto a Gonzalo. In curva cantano Un giorno all'improvviso e lui sorride: «C'è un feeling speciale con i tifosi. E ovviamente anch'io difendo la città». La spalla è dolorante. E quel dolore mette in ansia tutta Napoli. «È una botta, fa male ma non credo sia nulla di grave». Tra appena due giorni c'è la Lazio: si giocasse domenica, non ci sarebbero dubbi. Ma si torna in campo tra poco più di 48 ore.
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