Napoli, il giallo di Meret:
dolori al braccio, recupero lontano

Napoli, il giallo di Meret: dolori al braccio, recupero lontano
di Pino Taormina
Sabato 22 Settembre 2018, 08:00
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A Barcellona sono stati chiari: qualcosa nel recupero di Meret non sta andando come nelle previsioni post-intervento. Ci vuole almeno un altro mese, ma forse persino di più, per rivedere in campo il portiere prelevato dall'Udinese questa estate. La storia del suo tormentato avvio di stagione, sta vivendo altri giorni complicati: tutta colpa di quel dolore che non va via e di quei timori che, nel ragazzo, sono cresciuti con il passare dei giorni.

Il callo osseo, ovvero quel tessuto di riparazione che si riscontra tipicamente in seguito a una frattura (in questo caso, quella dell'ulna) non si è ancora ricostituito del tutto. Dunque, il Napoli non può correre il rischio di farlo giocare. Né lui, sia chiaro, intende farlo. Perché poiché il cosiddetto processo di callogenesi non si è ancora completato, il rischio serio è quello di un altro infortunio. Dunque, un giallo la data del suo ritorno in campo. Il rischio, concreto, che possa avvenire non prima di novembre.
 
A 21 anni magari hai qualche paura in più. Forse è anche questione di carattere, di guai che uno ha patito. Forse quel dolorino potrebbe essere sopportato meglio da qualcun altro. Il punto è che il ragazzo è terrorizzato dall'idea di potersi fare ancor male.

È fermo da 72 giorni, da quell'11 luglio in cui durante uno dei primi giorni di ritiro a Dimaro si scontrò involontariamente con il baby Mezzoni. Ma la sua giovane carriera è fatta di eterne attese: 68 giorni fermo per un infortunio alla spalla lo scorso anno alla Spal; altri 119 giorni in infermeria, sempre a Ferrara, per un problema muscolare; e l'anno prima, per una frattura al polso, quasi un mese lontano dal campo.

Insomma, Meret sa cosa significa attendere. I suoi allenamenti sono ancora blandi e il via libera al ritorno in campo è ancora lontano. Nella clinica di Barcellona specializzata in traumi però una notizia buona: Meret non dovrà essere nuovamente operato. E anche la questione legata alla sensibilità ridotta del pollice è legata, secondo il parere dell'equipe catalana, ai tempi di recupero.

Eppure sembrava fosse un intervento di routine, quello seguito alla frattura dell'ulna sinistra. Alla Clinica Pineta Grande, i medici parlarono di una frattura non articolare «con ritorno in campo dopo tre o quattro settimane», considerando il fatto che si tratta di un portiere. Basti pensare che Franco Baresi, nel lontano 1989, dopo la rottura dell'ulna il 20 novembre, fece in tempo ad alzare la Coppa Intercontinentale col Milan il 19 dicembre. Meno di un mese dopo. Il callo osseo ricostituisce l'integrità e le normali caratteristiche biomeccaniche del segmento scheletrico lesionato. E in Meret non è ancora formato. Da qui l'allungamento dei tempi per il ritorno. La frattura, quindi, non si è ancora stabilizzata, hanno sancito a Barcellona. Chiaro che nel Napoli si interrogano sui motivi dello slittamento del ritorno in campo.

Ospina e Karnezis tengono in caldo la porta che spetta di diritto alla grande scommessa di questa estate di De Laurentiis: il patron ha scelto di affidarsi a un baby, una delle grandi promesse del nostro calcio, considerato senza ombra di dubbio, uno dei numeri uno del futuro anche della nostra Nazionale. In questa prima fase della stagione, Ancelotti ha alternato il colombiano e il greco tra i pali: Ospina ha giocato a Belgrado e domani dovrebbe essere schierato Karnezis nella gara contro il Torino di Mazzarri.

Secondo un ballottaggio che a questo punto della stagione sembra molto scientifico, anche perché Carlo non vuole avere scontenti nello spogliatoio. D'altronde nelle ultime due gare, la porta azzurra è rimasta inviolata: in campionato ha giocato l'ex Watford, con la Stella Rossa l'ex Arsenal.
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