Napoli, Insigne resta un rebus:
sarà l'ultima volta al San Paolo?

Napoli, Insigne resta un rebus: sarà l'ultima volta al San Paolo?
di Pino Taormina
Giovedì 16 Maggio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 18:40
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Tanto rumore per nulla: niente aumenti d'ingaggio all'orizzonte. Raiola è avvisato e Insigne sa bene che De Laurentiis non farà nessuna marcia indietro sul tema. Vuole andare via? Lo capiremo nelle prossime settimane. Ma intanto quella di domenica con l'Inter rischia davvero di essere l'ultima di Lorenzo Insigne al San Paolo con la maglia del Napoli. Sette anni dopo la prima volta, con la Fiorentina, il 2 settembre del 2012. Ammesso che scenda in campo, visto che anche ieri, a causa dell'affaticamento muscolare che si trascina da tempo (tanto tempo), si è allenato per conto suo a Castel Volturno, svolgendo l'ennesimo differenziato degli ultimi 15 giorni. I suoi tormenti restano immutati e la fine della stagione farà sì che tutti i nodi, inevitabilmente, arriveranno al pettine.
 
Le chiamano bandiere, sono giocatori che hanno fatto la storia di un club e hanno guadagnato l'affetto eterno di un popolo. Ecco, è proprio quest'ultimo punto una delle chiavi per venir a capo della faccenda. «Se la prendono solo con me», disse al momento della sostituzione in Napoli-Arsenal. Lui non si sente un monsieur Malaussène, professione capro espiatorio, quello di Pennac: non ha nessuna voglia di essere la vittima predestinata di ogni flop. Lo ha ammesso anche De Laurentiis: «Non si sente amato». Già, ma di chi la colpa? Ogni storia di bandiera è diversa dalle altre e quella di Insigne è diversa da quella di Hamsik. Ma Lorenzo ha collezionato ben 303 presenze con la maglia azzurra, dando ogni volta la propria disponibilità. Il suo canto amaro preoccupa Ancelotti che lo ha voluto incontrare per chiarire i dissapori di questa stagione.

Insigne e il Napoli, è in ogni caso il tempo di svolte. L'arrivo di Raiola ha fatto scattare una specie di armistizio, ma è chiaro che questa è una estate-bivio: se Insigne dovesse restare - per sua decisione o perché non dovessero arrivare le offerte economiche a Raiola che facciano contento De Laurentiis - è chiaro che dovrebbe fare un salto di qualità importante: non è questione di fascia da capitano (che potrebbe anche lasciare a Callejon o ad Albiol) ma di continuità nel rendimento.

In casa Insigne da mesi c'è fibrillazione: le lusinghe del mercato estero sono ricorrenti e va e viene la tentazione di cambiar maglia. Con questi presupposti sotto traccia è stato già mandato un messaggio forte alla società: se arriva il club pronto a versare i 100 milioni, Insigne andrà via. Ovviamente in queste vicende tutto può mutare in fretta. Allo stato attuale, però, radio-mercato ha colto il segnale di un suo possibile (e clamoroso) trasferimento a fine stagione. I nomi all'orizzonte sono i soliti: Atletico Madrid su tutti.

Raiola e Insigne non intendono agire in maniera precipitosa. I rapporti con la società sono eccellenti. Si spiegano così le frasi abbottonate dei protagonisti della vicenda. Ciononostante il fuoco cova sotto la cenere: ogni qualvolta De Laurentiis ha toccato l'argomento è sempre stato netto nel rimarcare il peso della volontà del calciatore nel caso di partenza.

I prossimi giorni non diranno tante verità su questa storia. Ma almeno si spera di rivederlo in campo anche per pochi minuti al San Paolo con l'Inter. Come con Hamsik, magari non sarà chiaro se al momento dell'uscita dal campo sarà un addio o un arrivederci. Ma 303 partite con la maglia del Napoli non possono essere dimenticate così velocemente. Insigne non lo merita.
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