Vai Insigne, dal flop al riscatto:
prima la Viola, poi la Champions

Vai Insigne, dal flop al riscatto: prima la Viola, poi la Champions
di Bruno Majorano
Mercoledì 12 Settembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:01
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A vederlo lì da solo, triste e sconsolato in un angolino della panchina dell'Italia, Lorenzo Insigne faceva quasi tenerezza. Perché un'immagine così non poteva che rimandare a quella sera di novembre del 2017 quando una scena analoga fu il preludio dell'apocalisse calcistica italiana con l'eliminazione degli azzurri dal Mondiale in Russia.

Come a San Siro contro la Svezia, anche a Lisbona contro il Portogallo, Insigne è rimasto a guardare impotente la debacle dei suoi. Senza di lui non c'era nessun 10 in grado di accendere la luce in campo e il ko dell'Italia è stata quasi una matematica conseguenza della pochezza espressa dagli interpreti scelti da Mancini. Ecco, il ct non è più quello della notte delle streghe svedesi, ma anche senza Ventura il napoletano è stato messo ai margini. Una conseguenza naturale dell'opaca prestazione di Bologna contro la Polonia quando del 10 ha fatto vedere solo il numero dietro le spalle e nulla di più.
 
Ecco perché adesso le delusioni azzurre di Lorenzo si dovranno trasformare in stimoli. Stimoli per ripartire come prima e più di prima nel Napoli. A cominciare da sabato pomeriggio quando al San Paolo si presenterà la Fiorentina. Dai fantasmi del Mondiale (e della Svezia) a quelli dello scudetto, perché è proprio contro la Viola che la scorsa stagione sono andati a sbattere i sogni di gloria della squadra allora allenata da Sarri. Lorenzo avrà tutta la voglia di dimenticare quella partita, così come i 45' da incubo contro la Sampdoria. Nella sua ultima uscita con la maglia del Napoli, infatti, è stato messo sul banco degli imputati come uno dei peggiori in campo. Un motivo in più per dimostrare a se stesso e ad Ancelotti che la sua è stata solo una crisi passeggera.

Per guarire in fretta da questo momento di appannamento dovrà ritornare a fare quello che gli riesce meglio: saltare l'uomo, cercare i compagni e vedere la porta. Che poi la Fiorentina sembra davvero l'avversario giusto visto che contro i viola ha già segnato 5 reti in carriera facendoli diventare dopo il Milan i suoi avversari preferiti. Lo scorso anno è rimasto a secco sia all'andata (quando non ha neppure giocato) sia al ritorno. Se la sua faccia oggi fosse una di quelle emoticons che tanto piacciono ai giovani sarebbe quella dello smile alla rovescia: con le labbra all'ingiù. Capovolgere, la sua situazione e quella del Napoli, è il primo dei buoni propositi della settimana. La sua è già iniziata male, con la panchina di lunedì sera a Lisbona e il ko contro il Portogallo, per invertire la rotta ci deve mettere del suo, perché nessuno a Napoli vuole più vederlo triste e sconsolato su una panchina. Il suo posto è in campo sulla fascia sinistra e con un sorriso grande così, come quello dell'Olimpico lo scorso 18 agosto dopo la rete che regalò agli azzurri i primi tre punti dell'era Ancelotti.
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