Il volto nuovo di Insigne, Raiola
e la strategia (intelligente) dei sorrisi

Il volto nuovo di Insigne, Raiola e la strategia (intelligente) dei sorrisi
di Marco Giordano
Domenica 21 Luglio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 13:27
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Arrogante, presuntuoso, legato solo al vil danaro: Mino Raiola è abituato, da quando è divenuto il più mediatico e tra i potenti manager al mondo, a sentirsi rincorrere da epiteti pesanti. Molti ne sono arrivati anche da Napoli, negli scorsi mesi: da quando Lorenzo Insigne ha deciso di affidarsi proprio al procuratore nativo di Nocera. Ad oggi, però, dietro l'atteggiamento positivo e propositivo visto a Dimaro, che sta proiettando Insigne ad un nuovo idillio con la tifoseria, c'è anche Mino, con i suoi consigli, la sua autorevolezza, la sua capacità di farsi ascoltare anche dai calciatori col carattere più spigoloso.
 
Tutto nasce circa un anno fa, in Nazionale: Insigne chiede a Donnarumma e Verratti di Raiola, dei suoi metodi, spiegando il desiderio di avere una gestione diversa dei suoi interessi. Il feedback degli amici è importante, Lorenzo si convince che Mino è può essere la strada giusta per il suo futuro.

Il manager ha chiarito subito le sue intenzioni ad Insigne e alla sua famiglia: ottenere il massimo del rendimento, sia in chiave rinnovo sia in chiave mercato. Un calciatore che non si esprime al top in termini di gol, assist e performance non può chiedere né un adeguamento contrattuale né può attrarre su di sé, così come è accaduto negli ultimi mesi, offerte importanti da top club internazionali: non basta esser gestiti da Raiola per finire al Barcellona. Ad Insigne è stato consigliato un sorriso bello teso, di saper tener botta anche quando la pressione diventa quasi isteria collettiva. Nei mesi scorsi, come testimoniano anche diverse dichiarazioni, è stato lo stesso Insigne a pensare che il suo percorso a Napoli potesse esser completato: lo scudetto sfumato, le tante critiche, un sistema di gioco considerato poco adatto e quel brio perso che aveva contraddistinto le giocate da sette stagioni a questa parte. Da qui è partita la guida di Raiola in un percorso delicato, con la ricerca di una possibile soluzione estera, ma anche stimolando costantemente il desiderio di rinascere a Napoli, di esprimere anche quella maturità invocata da De Laurentiis. Da qui, le parole da capitano rilasciate ai microfoni di Sky Sport: «In tanti mi acclamano e sono contento perché sono napoletano e gioco nel Napoli. Farò di tutto per ricambiare questo affetto. Penso che questo sia il Napoli più forte di sempre, l'anno scorso abbiamo preso Fabian Ruiz che ha dimostrato di essere un campione. Ancelotti sta lavorando tanto cercando di inculcarci i suoi concetti. La società lavora sodo per migliorare la rosa e fare un grande campionato. I grandi campioni sono i benvenuti ma non spetta a noi decidere chi prendere».

Un passaggio dell'intervista dedicato anche ad Ancelotti ed al posizionamento in campo: «Lui mi dice che posso ricoprire qualsiasi ruolo dell'attacco». Manca un pezzo di verità: perché nei colloqui legati a gestire la permanenza in azzurro, Raiola ha lungamente parlato anche con il tecnico, pressando perché accontentasse Insigne per consentirgli di partire da sinistra e convergere per verticalizzare o andare al tiro. Il lungo vertice a casa Ancelotti dello scorso primo maggio fu teso a questo risultato. L'amichevole con il Feralpi Salò, i tre assist e i complimenti nel post-gara sono il primo frutto del lavoro fatto per permettere al capitano di tornare a brillare, di esprimere al massimo le sue potenzialità.
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