Insigne più lontano da Napoli
ma Raiola vuole lo sconto

Insigne più lontano da Napoli ma Raiola vuole lo sconto
di Pino Taormina
Venerdì 26 Aprile 2019, 07:00 - Ultimo agg. 15:31
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Difficile immaginare quel numero 24 appoggiato su un'altra maglia. Ma Lorenzo Insigne è davvero convinto di essere arrivato alla fine della sua avventura al Napoli, cominciata per lui nel 2006, quando entrò nel settore giovanile. È, in ogni caso, un difficile, tormentato addio, una specie di tramonto che poi magari s'interrompe e Insigne ricomincia a giocare ai livelli di una volta e a segnare. E magari decide che continuare nel Napoli è la migliore delle soluzioni. Ma tutto questo appare lontano, un'ipotesi. La realtà racconta invece di un campione di 28 anni (il 4 giugno) che se ne sente addosso molti di meno, e che non si sente di essere trattato per quello che vale. «Se la prendono solo con me» disse sbuffando per commentare i fischi con l'Arsenal.
 
Il suo procuratore, che si chiama Raiola, cerca di monetizzare la gloria e il passato, però nessun contratto si firma per le belle cose fatte. Sa, il buon Mino, che la stagione appena trascorsa non rende Insigne così appetibile. Ma in ogni caso, ci proverà. Perché Raiola è lì per questo: per provare a portarlo altrove. Chi vuole davvero Insigne? Il Milan è stata la prima idea di Raiola ma finché non si decide chi sarà l'allenatore rossonero del futuro non partiranno assalti. Da qui l'addio agli storici procuratori, che pure gli avevano portato negli anni un bel po' di offerte per l'estero. In primis, nell'estate del 2016, il Barcellona: ma in quei giorni Lorenzo voleva solo il rinnovo con il Napoli. E il rinnovo arriverà. Ma con il nuovo contratto la clamorosa rottura con Ottaiano e soci che da 10 anni erano i suoi manager. Non fu lui a litigare, ma il padre. E poiché papà Carmine ha un peso su ogni cosa che fa Lorenzo, da qui il cambio di strategia e la decisione di buttarsi tra le braccia di Raiola. Una procura che solo in queste settimane è operativa. Perché fino a marzo erano sempre Ottaiano e gli altri i suoi agenti.

Non saranno queste cinque giornate a cambiare il destino: Insigne e Raiola si incontreranno per affrontare De Laurentiis e chiedere uno sconto sul cartellino. Nessuno pagherà 100 milioni per il capitano del Napoli: il Napoli pensa di abbassare le pretese? De Laurentiis dirà di no. Ma forse è solo una tattica di mercato. Ma c'è anche una questione tecnica che spinge verso l'addio: Insigne non vuol fare la seconda punta, vuol tornare a giocare largo come con Zeman e Sarri. E Ancelotti non pensa a un 4-3-3 per far contento Lorenzo. Carlo non ha fatto sconti al capitano: la sostituzione dopo l'errore sotto porta con l'Arsenal ne è la prova. E anche la scelta di lasciarlo in panchina per novanta minuti con l'Atalanta è la testimonianza del fatto che il tecnico azzurro può fare a meno di Insigne. Che di questa squadra ha la fascia, non è uno come tanti. Ma Ancelotti sta trattando proprio come uno dei tanti: senza guanti di velluto. Nel modulo a due punte, il capitano rischia di essere l'esubero: la prova si è avuta in questi ultimi tempi.

Già l'estate scorsa aveva in mente l'addio. Anche la fine del rapporto tra il club e Sarri lo aveva turbato. Ma nessuno bussò alla porta di Insigne. Dopo la partenza di Hamsik ha preteso la fascia da capitano, ma nei comportamenti, negli scatti d'ira, non si è dimostrato meritevole dell'eredità dello slovacco: Marek non ha mai reagito ai fischi del pubblico del San Paolo. Mai. Neppure mezza volta. Non si fosse infortunato Albiol, per i problemi al ginocchio, forse sarebbe toccato allo spagnolo la fascia da capitano. Di sicuro, il nervosismo di queste ultime settimane non aiuta a pianificare il futuro. Che Lorenzo Insigne vuole lontano da qui: per vivere una nuova esperienza. Nonostante le smentite e i chiarimenti.
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