Reina dà sicurezza alla difesa,
cuore Insigne: non si risparmia

Reina dà sicurezza alla difesa, cuore Insigne: non si risparmia
di ​Pino Taormina
Domenica 22 Ottobre 2017, 09:30
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La difesa dell’Inter non è fatta di pasta frolla e per colpirla occorreva martellare con maggiore insistenza. È una prova comunque positiva, contro i nerazzurri che ormai hanno il timbro di Spalletti. Una gara molto equilibrata in cui il Napoli coglie il 21esimo risultato utile di fila. Era dal 25 febbraio che non segnava, merito anche di super Handanovic.
 
 

6,5 Reina
Borja Valero va al tiro al 41’ e trova davanti a sé una muraglia. Non è una sorpresa vedere come è morbido il suo piede, ma quando Koulibaly e Albiol hanno avuto difficoltà nell’appoggio a uno dei centrali, lo spagnolo ha garantito essenzialità e mai un rinvio fuori luogo. Sempre attento, anche nella ripresa quando l’Inter si è fatta più insidiosa.

5,5 Hysaj
Gli inserimenti di Perisic non lo hanno mai realmente frastornato ed è per questo che il viaggio sul solito binario laterale non è proprio così travolgente. La sua partita da terzino puro non è semplice, anche se la sua non è la fascia più battuta dagli scattisti dell’Inter. Ogni tanto l’albanese contiene, altre volte no. Non è un periodo straordinario, questo, per lui. 

6,5 Albiol
Salvataggio sulla linea su Vecino, sempre pulitissimo negli interventi che spengono le incursioni non solo in via centrale degli attaccanti dell’Inter. Sacrifica allo stile in certi casi un po’ di rudezza ma che in un difensore certo non guasta. Tocca una infinità di palloni e non va mai in affanno: qualche volta, però, perde un po’ il senso dell’orientamento.

6,5 Koulibaly
Giganteggia su Icardi, non lasciandolo quasi mai giocare. Il suo progetto distruttivo dell’avversario è un esercizio di bravura e crudeltà. Una scivolata in anticipo su Icardi che vale quasi come il salvataggio sulla linea a Manchester. Con Albiol ormai si capiscono al volo: quando uno fa un passo avanti, lui lo segue come un ombra. Una garanzia.

6 Ghoulam
Non aveva l’avversario peggiore, ovvero Nagatomo. E quindi soprattutto quando il Napoli ha avuto in pugno la partita, le sue volate sulla sinistra sono state tutt’altro che indolore. Anzi. Però si perde sempre in qualcosa: perché arrivato sulla trequarti, in certi casi sarebbe meglio cercare di più il fondo per un traversone più pericoloso.

6,5 Allan 
Tampona e rilancia con veemenza. La fisicità del brasiliano è perfetta per fare diga nel mezzo, soprattutto visto il sovraffollamento della mediani voluto da Spalletti. Questo non gli impedisce qualche scorribanda, in particolare nel primo tempo. Gli accade di inciampare su un avversario nella prima parte noioso, poi perde freschezza ed è giusto che esca. 

6 Jorginho
Borja Valero gli scappa via qualche volta di troppo e gli fa capire che non conviene distrarsi: lo spagnolo dell’Inter prova a «schermare» la regia del brasiliano, costringendo gli altri due centrocampisti a fare la rotazione per smarcarsi e ricevere. Chiaro, è una di quelle serate in cui va in affanno nella regia. Ma in cui poi recupera nella fase, non facile, di contenimento. 

6 Hamsik
Candreva dà piuttosto fastidio quando fa le scorribande dalle sue parti e non gli fa fare una gran bella figura quando lo salta in area (10’) e lo fa sembrare una statuina. Ma corre tanto e mai a vuoto. Riesce a neutralizzare Vecino e a tenerlo lontano dalla costruzione del gioco. Peccato che per le occasioni che sfora di togliersi di dosso la maledizione del record di 115 reti. 

6 Callejon 
In forma notevole, non c’è che dire. Sprizza gioventù a ogni scatto, lasciando spesso sul posto il suo avversario. L’Inter lo contiene quando parte da posizione molto esterna, ma lui si fa apprezzare perché è quasi sempre il primo a rientrare sulla linea dei centrocampisti, e il primo ad arretrare ancora sulla linea dei difensori quando c’è stato da stringere i denti nella ripresa. 

5,5 Mertens
Da Skriniar e Miranda si fa murare un’occasione d’oro al 66’. Ha una voglia matta di gol ed è molto più tonico rispetto alla notte dell’Etihad. Dinamico ma poco preciso, patisce la fisicità dei due centrali dell’Inter e Spalletti rischia persino la linea a tre nel secondo tempo vedendolo non molto brillante. Handanovic gli nega due gol, quello nel finale, complice Miranda, da cardiopalmo.

6,5 Insigne
Fa uno scatto dopo 4 minuti e dà un metro e mezzo a Gagliardini, il che dà il senso della sua condizione. Non si risparmia, né si riguarda, ma il groviglio difensivo di Spalletti non lo agevola. Ha una palla d’oro che però gli capita sulla testa. E la sua inzuccata non è quella di Bettega. Corre tanto anche a sostegno di Hysaj. Stringe i denti e mostra cuore.

6 Zielinski
L’arma in più è il tiro dalla distanza, quello che ha salvato il Napoli con l’Atalanta. Sarri vuole da lui un po’ di energia vedendo il suo centrocampo spegnersi. Il polacco illumina con un bel tiro dalla distanza che per poco non manda ko Handanovic. Entra quando non è proprio la sua gara ideale, ed è costretto a inseguire più che a correre avanti. 

5,5 Rog
Si perde nel rincorrere i centrocampisti e gli esterni di Spalletti che nel finale hanno un possesso più continuo. C’era bisogno di un uomo di maggiore sostanza in quei minuti della gara perché è chiaro che lo sloveno ha bisogno di spazi in avanti per poter mostrare le sue doti principali. Poco sostegno nell’uno-due da parte dei suoi compagni.

sv Ounas
Ha lavorato tre giorni, sia come prima punta che come esterno. Sarri era pronto a farlo scendere in campo sia come sostituto di Insigne che al centro dell’attacco. Ha giocato sulla fascia ma non è mai riuscito a dare un segno tangibile del suo ingresso in campo. L’impressione è che contro il Genoa, nel turno infrasettimanale di mercoledì prossimo, toccherà a lui.

7 Sarri
Non abbandona lo schema vincente che ha portato il Napoli in testa, né muta la sua interpretazione. Non ha la stessa velocità nel possesso palla: Spalletti piazza inizialmente dieci cavalleggeri attorno al fortino e lo difende con l’animo baldanzoso di chi sa di avere potenza atletica, tenacia, orgoglio e buona sorte. Con Candreva e Perisic, Borja Valero e Icardi, la trincea regge e i cavalleggeri sono anche propositivi. Sarri e i suoi 11 indiani di frecce ne scagliano, il ritmo che il tecnico ha imposto ai suoi lo consente. Nella ripresa, i cambi aiutano l’Inter: il baricentro si alza e la palla resta molto lontana da Handanovic, con la difesa spesso a 3. L’antidoto alla marcatura di Borja Valero su Jorginho è stata di abbassare e alzare in alternanza Hamsik e Allan.
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