Napoli, De Laurentiis fa all-in:
«Credo in Ancelotti, voleremo»

Napoli, De Laurentiis fa all-in: «Credo in Ancelotti, voleremo»
di Roberto Ventre
Venerdì 17 Agosto 2018, 07:30 - Ultimo agg. 12:06
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De Laurentiis parte a mille per la nuova stagione: si coccola Ancelotti, replica duramente al sindaco De Magistris sulla vicenda stadio, fa le carte al campionato allargando la lotta al vertice a più pretendenti.

Comincia una stagione all'insegna del cambiamento con la scelta di Ancelotti.
«Dopo un triennio con Sarri era difficile poter continuare e quindi, se pur di facciata continuavo a corteggiarlo per il rinnovo, in realtà ho cercato da subito un sostituto. Però, poiché rispetto i contratti, ho aspettato una telefonata di Sarri che non è arrivata. Mi ha chiamato solo la moglie dopo alcune settimane per perorare la causa del marito, ma avevo bisogno di garanzie da parte di Sarri e del Chelsea, altrimenti avrei preferito continuare a pagarlo per i successivi due anni. Poi avevo visto che era libero Ancelotti, con il quale avevo avuto un rapporto cordiale negli ultimi quattro anni e gli ho chiesto se avesse voglia di tornare ad allenare in Italia col Napoli. Lui si è trovato subito gratificato da questa proposta, confermando che avrebbe gradito allenare in un campionato in grande crescita di valore».

Quali sono le sue aspettative?
«Mi aspetto che quando arriva un nuovo allenatore si faccia reciprocamente tesoro delle rispettive esperienze: noi di lui e lui di questi ultimi tre anni di un Napoli che è cresciuto con grandi campioni. Se avessimo cambiato molti giocatori avremmo dovuto aspettare il loro amalgama. Infatti Ancelotti ha subito preferito allenare questi campioni che ritiene interessanti. Servono pazienza e tempo. Nessuno può mettere in discussione una figura come Ancelotti e un organico che ha portato 91 punti ed è stato rafforzato da Verdi, Ruiz, Karnezis, Malcuit e Ospina per dare tempo a Meret di rientrare».

Da parte sua sembra ci sia un'invocazione alla calma e alla compattezza ambientale in una città in cui in quest'estate e soprattutto negli ultimi giorni un po' di fermento si è avvertito: i tifosi sembrano avere fretta, lei cosa risponde?
«Ho fatto chiarezza sul fermento. L'errore è quello di non distinguere il tifo generale da una piccola minoranza delle curve. In realtà vorrei vedere chi sono coloro che hanno affisso i manifesti in città sin dai primi giorni del ritiro a Dimaro quando il mercato si era appena aperto. È chiaro che c'è uno scontro frontale tra la società e delle piccole frange di tifosi delle curve. Ho deciso di vivere nel mondo del calcio e di fare impresa ed è questo il grosso problema che mi divide dalla filosofia di alcune minoranze di tifosi: loro ragionano con il cuore e questo è apprezzabile e condivisibile però è altrettanto vero che non parliamo più di club ma di società per azioni e che bisogna fare impresa. Quindi le motivazioni del cuore devono convivere almeno al 50 per cento con la ragione. E la ragione è solo la matematica: avevo una squadra che ha fatto 91 punti, il record della storia del Napoli e non ho venduto nessuno. Anzi Koulibaly mi è costato più di un grandissimo acquisto per poterlo mantenere e non farlo andare in altri lidi. E il mio tergiversare nei confronti di Sarri ha ottenuto una duplice garanzia: lui e il Chelsea non possono, per accordi raggiunti, comprare i nostri calciatori. Questo vuole dire serietà, perché se avessi voluto soltanto guadagnare avrei considerato un'occasione il passaggio di Sarri al Chelsea. Perché avrei potuto telefonare a Marina Granovskaia e chiedere 300 milioni per Tizio, Caio e Sempronio e avrei ricomprato con una manciata di milioni dieci giocatori: questo avrebbe dovuto fare imbestialire, ma non è stato fatto».
 
Anche lei però è entrato a gamba tesa: è così difficile trovare una sintesi tra le varie posizioni?
«Non credo che dobbiamo fare i perbenisti o scandalizzarci quando si dicono certe cose. Ci sono dei problemi di sicurezza in tutti gli stadi più importanti d'Italia e il capo della polizia Gabrielli lo sa».

Chi le fa più paura tra Inter, Roma e Milan: chi è messa meglio?
«L'Inter si è fortemente rafforzata, del Milan mi fa piacere l'entrata di Leonardo e mi può spaventare Gattuso perché si è studiato a memoria Sarri e i nostri calciatori e quindi credo che potrà fare bene. La Roma è tutto un mistero perché hanno smontato tutto e rimontato un puzzle che non so decifrare e non so quanto siano stati salutari tutti questi cambi. Io quando scopro un portiere come Alisson non lo do via nemmeno per 100 milioni, tant'è che quando ne ho offerti 60 due mesi fa in Lega ai rappresentanti della Roma loro mi hanno detto no: e lì ho avuto un dubbio che il vero proprietario della Roma fosse anche quello del Liverpool e quindi che era già tutto quanto predisposto. Questo ho letto tra le righe, un uccellino me lo disse nell'orecchio tre anni fa».

Tra i giocatori del Napoli in organico chi la stuzzica di più?
«Tutti, perché la differenza tra questo allenatore e il precedente è che Ancelotti farà giocare la rosa al completo. Sono sicuro che alla fine della stagione avremo un quadro chiaro di ciascuno».

Il sindaco De Magistris ha detto in un'intervista al Mattino che per il San Paolo lei non ha investito un euro e che poi ha rilevato il Bari: come commenta queste parole?
«Se ha affermato che io non ho investito un euro nel San Paolo è una dimostrazione di come lui non sappia fare il sindaco, perché non sa nemmeno quello che accade in casa sua. Noi abbiamo investito nello stadio tantissimo e De Magistris deve stare attento, perché se gli dovessi chiedere i danni che mi hanno procurato lui e la precedente amministrazione in questi 14 anni mi farei quattro risate. De Magistris la deve smettere di fare il populista e il Masaniello. Quando gli feci notare, tre anni fa, che il San Paolo era un cesso e gli feci una proposta di investimento personale di 18 milioni, Auricchio si permise di snobbarmi, asserendo che il Comune avrebbe messo 25 milioni per il restauro del San Paolo attraverso il Credito sportivo. Era in malafede o ignorava che una banca non può finanziare un Comune in dissesto? Nell'ultimo anno ha continuato a prenderci in giro, ma in realtà prendeva in giro soltanto se stesso e i tifosi napoletani. Per le Universiadi si era preoccupato soltanto di farsi assegnare cinque milioni per il rifacimento della pista di atletica e l'illuminazione, ignorando che la Uefa non avrebbe più permesso l'utilizzo di seggiolini fuori norma. Ho pregato l'amico De Luca, a cui compete la gestione per i fondi delle Universiadi, di finanziare 15 milioni a De Magistris per il rifacimento dei seggiolini e la messa a norma totale dello stadio San Paolo. Il vero problema dello stadio è che il Comune è totalmente incapace di fare la gestione ma la cosa più grave è che non dicono mai la verità».

Cosa le ha detto Ancelotti dopo un mese di lavoro?
«Il 14 sono arrivato alle 11 del mattino a Castevolturno per illustrare ad Ancelotti i lavori che avevo fatto e che finiranno a settembre e per verificare eventuali sue esigenze. Abbiamo parlato a lungo e molto approfonditamente di questo mese di ritiro, della sua conoscenza dei calciatori, della prossima partita con la Lazio e della successiva con il Milan. Si sta plasmando una vecchia e una nuova squadra, bisogna avere nervi saldi e pazienza. Non voglio mettere ansia ad Ancelotti, perché capisco che ci vogliono i tempi giusti».

Ci saranno più pretendenti per lo scudetto?
«La Juventus ci ha tirato una volata straordinaria portando le attenzioni di tutto il mondo sul nostro campionato, che sarà avvincente e spettacolare».
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