Napoli-Lazio, 95’ col fiato sospeso:
«Presi più pali di me in venti anni»

Napoli-Lazio, 95’ col fiato sospeso: «Presi più pali di me in venti anni»
di Delia Paciello
Lunedì 21 Gennaio 2019, 14:37 - Ultimo agg. 24 Marzo, 15:33
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Napoletani col fiato sospeso fino al 95esimo, prima di urlare e gioire per una vittoria che almeno per una notte accorcia le distanze dall’antipatica capolista. «Tanto loro vincono sempre, e se non ce la fanno da soli arrivano i rinforzi col fischietto. Ma almeno per qualche ora fateci sognare: sei punti e tante partite davanti rendono tutto ancora aperto», è il commento dei tifosi azzurri sul web. Tantissimi i legni colpiti in una sola serata dagli attaccanti del Napoli, tanto che una volta sventata la tensione a fine gara tutti si scatenano sui social: «Ha preso più pali il Napoli stasera che io in 20 anni di locali… e non era facile», ironizza anche un noto tifoso nonché artista, autore e sceneggiatore napoletano, Francesco Albanese, seguito a raffica dai suoi followers pronti a commentare l’agognato successo.

Questa volta la determinazione è stata più forte della cattiva sorte, la carica di Callejon ha vinto la sventura e ha dato lo schiaffo morale a chi parlava della sua lunga assenza dal gol sorprendendo Strakosha e arrivando in rete. «Ti aspettavamo campione», è la dedica sui social. Ma lo spagnolo ha solo aperto le danze contro la sua vittima preferita in campionato, la Lazio, e rincuorato con il suo gol anche Milik dopo i tanti tentativi andati a vuoto: infatti in soli tre minuti è arrivato anche il raddoppio del numero 99. «Arek è diventato lo specialista delle punizioni tanto che oramai mia sorella quando deve punire mio nipote chiama il polacco», continua lo scatenato attore comico sul web. E in tanti subito fanno notare quanto siano spesso ingenerose le critiche nelle piazze virtuali: «La rosa è corta, Milik non è buono: ma state zitti», «Punizioni così solo alla Play Station le vedo», «Attaccante straordinario», si legge anche sotto i profili del giocatore.
 
 

Continuano intanto partita dopo partita le ovazioni per Fabian Ruiz, sempre più punto fermo del nuovo Napoli: «Un acquisto d’oro», «Un vero fuoriclasse in campo, pronto a fare gruppo e a lottare per la squadra». Un punto che mette d’accordo tutti, quasi impossibile trovare una voce fuori dal coro per il centrocampista.

«Oggi, a differenza di altre partite, c’è stata cazzimma», ha fatto notare anche Ancelotti nel post gara. Ma questa volta la squadra ha giocato anche per un grande assente che osservava dalla tribuna, Kalidou Koulibaly. È stata la partita in cui i ragazzi hanno risposto con l’impegno e con il sorriso alle ingiustizie, lì dove lo sport e i suoi valori vengono meno e negli stadi si sentono urla demenziali e inni di ignoranza mentre le istituzioni guardano inermi. «Non è giusto che non abbiano accettato il ricorso di Koulibaly, c’era bisogno di un messaggio forte contro il razzismo», scrivono i tifosi.
 

Perché il calcio racchiude emozioni, è questo il senso che unisce milioni di spettatori che guardano dei ragazzi rincorrere un pallone. E accanto a quel prato verde c’è la voglia di credere e sperare in una rivincita, il riscatto sociale di un popolo che si identifica dietro la propria squadra. La voglia di sognare, e si riversano aspettative importanti. «S’è fermat o’mangnà ‘ncopp o stomaco al gol di Immobile»: una frase semplice che può sembrare quasi banale che racconta le sensazioni di tantissimi tifosi azzurri, e dice più di quel che sembra. E così attraverso i sorrisi e l’ironia di un popolo passionale si sente anche la sete di giustizia. E se i napoletani non possono aver voce in capitolo lì dove risiedono i poteri e si prendono le decisioni, possono almeno sperare nella loro squadra, che sia più forte di tutto ciò che ancora non va.
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