Napoli, the Champions siamo noi:
soffrire e vincere, il mantra di Carlo

Napoli, the Champions siamo noi: soffrire e vincere, il mantra di Carlo
di Francesco De Luca
Mercoledì 18 Settembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 13:10
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Mertens e Llorente in 12 minuti, un finale-show del Napoli e al San Paolo cade il Liverpool campione d'Europa. Il grande calcio è qui. Ancelotti l'ha giocata a viso aperto, nessun timore contro i campioni d'Europa. È questa la mentalità che ha saputo dare al Napoli in un anno di lavoro, è questo lo spirito che piace ai tifosi e anche a De Laurentiis, tornato accanto alla squadra anche fisicamente: visto nel sottopassaggio il presidente incoraggiare gli azzurri prima che scendessero in campo. Quattro punte (Callejon e Insigne sui lati, coppia Lozano-Mertens, con il messicano centrale) per l'assalto alla difesa comandata dal candidato al Pallone d'oro Van Dijk. Ma il tecnico non è venuto meno alla regola di mantenere l'equilibrio e infatti nel primo tempo i meccanismi del Napoli hanno funzionato perché la squadra è stata corta e si è difesa con attenzione. Le prime palle pericolose le ha avute Fabian in un paio di secondi, entrambe respinte da Adrian, il sostituto di Alisson. Poi Van Dijk è stato muro invalicabile, come peraltro Koulibaly sul lato opposto, con il popolo del San Paolo che si accendeva per gli interventi del senegalese che ha eliminato tutte le scorie dell'autogol contro la Juve, come per quelli di Mario Rui, che aveva un conto aperto con Salah da nove mesi, dalla notte all'Anfield Stadium: è stata la migliore partita del terzino portoghese, lucido e tempestivo in ogni intervento sull'egiziano. E sull'altro lato Di Lorenzo ha giocato con grande personalità la sua prima partita in Europa.
 
 

In questo primo tempo duro ma corretto (3 falli fischiati) ha inciso poco Mertens, piazzato a destra da Ancelotti che ha voluto accentrare il polivalente Lozano. Ma il belga ha il fiuto del bomber e in apertura di ripresa stava per finalizzare un'azione capolavoro ma Adrian ha respinto miracolosamente. Il Napoli ha preso ancor più coraggio, approfittando degli spazi che una squadra di grande tecnica come il Liverpool concede. Dell'unico errore commesso da Manolas ha tentato di approfittare Salah: tiro respinto da quel gigante di Meret. Ma il protagonista doveva essere lui, Mertens, anche stavolta, come nell'ultima giornata di campionato. Callejon è stato abile a procurarsi il rigore (intervento di Robertson) e Dries ha calciato con freddezza, regalando al Napoli la vittoria preziosa perché può valere un pezzo di qualificazione: possono bastare due vittorie in casa contro le altre due avversarie, Salisburgo e Genk. Sono stati di grande sofferenza gli ultimi minuti, con il Liverpool che ha tentato di riaprire la gara, approfittando anche della stanchezza di Manolas e Fabian. Gli azzurri hanno qualità tecnica e forza caratteriale, da grande squadra hanno saputo soffrire e vincere, chiudendo questa magica serata contro i campioni d'Europa con la rete di Llorente, che aspettava questo momento dal primo giugno, quando il Liverpool vinse la finale Champions contro il suo Tottenham. Non poteva esservi rinforzo migliore per il Napoli che vuole sognare in grande quest'anno, in Europa (la vittoria è un importante passo verso la qualificazione) e in Italia. E il miglior premio per questo gruppo sono stati i complimenti di Klopp, ormai un vecchio amico, a ogni azzurro, oltre che ad Ancelotti. Nel primo test europeo è stato possibile pesare la differenza tra l'Inter capolista in serie A e il Napoli, che in classifica ha tre punti in meno soltanto sulla carta: una squadra che mette in quel modo al tappeto i più forti del continente può giocarsela contro chiunque a testa alta. Ancelotti lo ha fatto vedere ieri. E che alla prossima il San Paolo, questo bellissimo San Paolo, sia pieno: i ragazzi lo meritano.
 
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