Napoli-Milan, le pagelle del Mattino
Jorginho illumina coi suoi lanci
Albiol-koulibaly sempre attenti

Napoli-Milan, le pagelle del Mattino Jorginho illumina coi suoi lanci Albiol-koulibaly sempre attenti
di Pino Taormina
Domenica 19 Novembre 2017, 10:44 - Ultimo agg. 27 Novembre, 08:40
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Variazione sul tema. Non c’è mica sempre bisogno di fare un calcio da incantatori di serpenti per poter vincere. La corsa, il palleggio e il colpo di Insigne fanno la differenza. Il Napoli trova il gol in un primo tempo piuttosto equilibrato dove il Milan tutto sembra tranne che una squadra senza idee. Nella ripresa un po’ di rogne gestite con inusuale affanno.

Reina 6
Un solo tiro nel primo tempo, quello di Suso, e lui è pronto. Guarda a lungo il panorama, poi nei momenti di silenzio dello stadio la sua voce che guida la difesa arriva forte persino all’ultimo anello. Bravo in alcune uscite e tempestivo quando decide di interrompere pericolosi fraseggi gettando il pallone lontano dalla porta. Incolpevole sul gol di Romagnoli.

Hysaj 6
Ci mette parecchio tempo a spingere, nonostante Locatelli non faccia grande opposizione sulla sua porzione di terra. È sempre utile e raramente fa la cosa sbagliata. Deve scorazzare ma anche controllare, soprattutto nella ripresa quando il Milan pianta le tende nella metà campo del Napoli. Quando va a sinistra, smette di scorrazzare perché André Silva non glielo consente. 

Albiol 6.5
Taglia campo e avversari come un rasoio, ma senza usare la ruvida platealità che spesso è tipica di chi gioca in quel ruolo. È una delle rare partite di campionato in cui è così impegnato: impeccabile, millimetrico nei rilanci e nei lanci. E negli anticipi. Sa dire la sua anche quando Kalinic lo sfida nell’uno contro uno: nella ripresa guida il fortino azzurro dagli assalti pieni di ardore del Milan.

Koulibaly 7
Difensore prorompente, gioca come chi sa di avere doti fisiche smisurate. Non sempre precisissimo nel disimpegno, qualche volta un po’ esagera ma anche perché la linea offensiva dei rossoneri va spesso in pressione. Nella ripresa in certi momenti sembra andare fuori tempo, ma poi si riscatta in clamorose scivolate e in anticipi spettacolari.

Mario Rui 6.5
Quando la classe operaia va in paradiso. Che numeri in partenza: incursione alla Speedy Gonzalezs che costringe Borini all’intervento duro e tunnel a Suso. La sicurezza dei titolari, perché dal suo lato c’è un muro di esperienza, malizia e concentrazione. Suso va in affanno. Poi in affanno va pure lui e la partita finisce dopo poco più di un’oretta.

Allan 6
Quanta preziosa sostanza. C’è da stare attenti, perché Kessie e Bonaventura sono due tipacci: è un mediano cattivo anche se non sporco, ma è anche cervellone tattico, che sa mantenere l’equilibrio del centrocampo. Ovvio, avesse pure i piedi sarebbe un supercampione e magari farebbe pure gol nel primo tempo dal limite dell’area.

Jorginho 6.5
Quel passaggio a Insigne lo può fare e lo sa fare anche a occhi chiusi. E magari avrebbe potuto farlo anche lunedì sera a San Siro con l’Italia se solo Lorenzo fosse andato in campo. I suoi tocchi di prima intenzione sono un gesto da far studiare ai ragazzini. E pure agli adulti che si dilettano con la palla. Stupisce anche nella ripresa quando deve più che altro inseguire il pallone.

Hamsik 5.5
Magari di sponda, o di forza, o di possesso, ma quando c’è un’azione importante, Marek c’è. Certo, in certi momenti sembra galleggiare come un turacciolo sulla schiuma: è un inizio gara un po’ svaporato, poi quando cresce lui, cresce anche ul Napoli. O viceversa. Nella ripresa, quando c’è da mordere le caviglie non è più la sua partita. Ed esce.

Callejon 6.5
Non spreca mai una palla anche se Bonaventura e Romagnoli lo seccano abbastanza. Lo spagnolo si muove con intelligenza anche per aprire spazi a se stesso. La sua grande dote è quella spinta invisibile che lo porta a seguire sempre l’azione in attacco. E che lo porta sempre a pochi metri dal portiere. Poi è abile a trasformarsi in centrocampista e in difensore neppure fosse un Brachetti del calcio.

Mertens 5.5
Musacchio capisce che Dries vive un momento un po’ particolare. È bello da vedere fino all’istante in cui esagera. A inizio ripresa calcia su Gigione con troppo impeto dopo un assist di Insigne in cui non doveva far altro che mettere a gol. Nella ripresa arretra spesso sulla linea dei difensori e qualche volta e lui a recuperare palla. Ma da lui ci si aspetta sempre il colpo di genio.

Insigne 8
​Non andiamo ai Mondiali perché un ct autolesionista ha deciso che non era il caso di gettarlo in campo. Lo vedi all’opera e ti vengono i bruciori di stomaco er i rimpianti. Il suo gioco è come una valigia piena di tante cose. Col Milan ha creato, rincorso, ispirato, segnato. Piazza la palla in rete come certi cuochi impattano in tv, un colpo e via in cottura. La fascia sinistra è il suo regno fatato. 

Maggio 6
Un paio di volte ha persino provato a seguire la ripartenza della squadra anche se è chiaro che Sarri come fondamentale compito gli ha dato quello di dare sostanza e compattezza alla difesa azzurra soprattutto nei mischioni che si sarebbe creati inevitabilmente nell’area di Reina nel finale. Svolge il suo compito da perfetto soldatino. Affidabile. Come sempre.

Zielinski 6,5
ll suo è il gol che consente al Napoli di giocare il finale di partita senza eccessive ansie: ed è anche un bel gol, con un diagonale assai preciso su imbeccata di Mertens, con palla che passa sotto le gambe di Donarumma. Per il resto deve contenere la qualità di Montolivo e soci e lo fa con intelligenza tattica. Piazzandosi davanti alla difesa e limitando al minimo le sue scorribande.

Rog 6
Ruba numerose palle in pressing, ha energia e forza da vendere. Non fa mai capricci anche se gioca davvero poco. Se li fa bastare. Non ha certo colpe né lui né gli altri sul tiro spettacolare di Romagnoli in pieno recupero. Il Milan poteva scardinare la difesa del Napoli solo con una conclusione del genere. Comunque, merita di avere maggiore continuità.

Sarri 7
È un Milan propositivo che in fase di non possesso fa un prevedibile e scontato 4-4-1-1. Vince Sarri ma non lo fa come vorrebbe lui, ovvero dominando nel possesso e nella personalità. In realtà, non è che importi chissà quanto: era importante conquistare i tre punti e fa nulla se il Napoli non ha schiacciato la squadra di Montella imbambolandola col suo fraseggio mozzafiato. Anzi, è un altro passo in avanti quello che fanno Sarri e la sua squadra. Perché nel secondo tempo dimostrano pure di saper controllare le forze. Magari pensando alla partita di martedì in Champions. Non c’è bisogno di andare sempre a 300 km all’ora per arrivare davanti a tutti. 
 
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