Napoli, dalla K alla C asse perfetto:
che notte Koulibaly e Callejon

Napoli, dalla K alla C asse perfetto: che notte Koulibaly e Callejon
di Marco Ciriello
Mercoledì 7 Novembre 2018, 07:30
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Da K a C, da Koulibaly a Callejon, ecco l'asse che ha portato il Napoli ha dominare il Paris Saint Germain partendo da uno svantaggio. Il difensore senegalese è uscito spesso col pallone al piede, trovandosi anche in attacco (sarebbe un ottimo falso nueve, come sanno a Torino, sponda Juventus), l'ala spagnola è tornata come un terzino, facendo il cursore pazzo, in aggiunta anche al centro, unendo gli spostamenti dei due, si vede l'asse della squadra ancelottiana. Tra l'altro, entrambi si sono trovati a fronteggiare Neymar e Mbappè, con Koulibaly che al ventinovesimo del primo tempo ha portato il San Paolo a gridare come per un gol, facendo la porta girevole su Mbappè, recuperando il pallone e interrompendo il contropiede di quello che è il calciatore più veloce di tutti, in una sfida tutta africana, che sarebbe piaciuta al nostro Gioànn Brera, che avrebbe detto: l'Africa vera ferma quella che ha scelto il colonizzatore; l'autentico e solo apparentemente più debole ferma il più forte, o almeno quello armato meglio. Una sfida di muscoli e classe, con Mbappè più veloce e più tecnico e Koulibaly costretto a inseguire ma sempre alla pari. Una gran bella sfida. Come sono belli i movimenti di Callejon, sciamano a tutto campo, che appare e scompare, marca e attacca, in una partita perfetta, che lo ha visto correre, strappare e cercare palloni come Allan. Da ala di classe a centromediano di interruzione. Allontanandosi da se stesso, per poi tornarci senza accusare il doppio sforzo, leggendo i movimenti di Thiago Silva e Gigi Buffon e irrompendo nella loro indecisione e/o lentezza per farsi abbattere, imbrogliando i pensieri della linea difensiva del Psg, costruendo un rigore in una azione che non c'era, e permettendo al Napoli di pareggiare con Insigne dopo venti minuti di assalti, tutti negati dall'ex portiere dalla Juventus e della Nazionale, che in un paio di parate sembrava quello di Germania 2006.
 
C'è un filo di lana che allaccia Koulibaly i suoi muri, le sue uscite palla al piede, le sue respinte i suoi lanci, ai movimenti di Callejon, alle sue strette, alle risalite fino all'area di rigore di Ospina, al punto di sembrare uno sherpa himalayano, con il doppio del fiato e della forza, e con una volontà francescana. Quel filo, quella doppia trazione, biella, stantuffo, leva, muscoli, grinta, officina classe e intelligenza, han portato il Napoli a un secondo tempo di dominio. Un dominio dovuto principalmente al fattore K e a quello C, due pianeti, differenti, stessa galassia, con una orbita che si bordeggia, e che chiude i passaggi stellari di quelli che ad agosto sembravano dover dominare questo universo e quell'altro, e invece così non è stato. Il Napoli è primo nel girone, per ora, rompendo tabù e stupendo, offrendo un calcio alla pari grazie proprio alla crescita enorme di calciatori come Koulibaly e Callejon. Il primo all'irruenza fisica sta aggiungendo una strategia di movimenti che lo porta a controllare gli avversari senza più sopraffarli, il secondo come ha detto Ancelotti è pronto per allenare, perché vede cose, e ne vede tante, può spaziare e giocare da vagocampista, divenendo l'uomo in più per i tre reparti. Ogni suo movimento è fatto con grazia e intelligenza: sguscia gentile, persino quando deve strappare il pallone, un chiodo-lumaca che penetra e carezza, con dedizione professionale. L'asse KC, meravigliosamente alternativo e capace di rovesciarsi, e rovesciandosi di mischiare la partita, scavalcando le previsioni, in una malizia scacchistica che vede Carlo Ancelotti giocare Thomas Tuchel. Lungo quell'asse corre la brutalità di K con la mitezza di C, in un innesto palindromo, che non diventa mai meccanicità, ma rimare una ricerca naturale, nessuno dei due perde l'istinto, anzi, lo rafforza, e rafforzandolo cede alla squadra un vantaggio. Koulibaly si trova a gestire le incursioni di calciatori velocissimi Neymar, Mbappè coperti da Di Maria e Verratti, dovendo condividere con Maksimovi e Rui la sorte e la ricerca di non farsi trincea, e ci riesce benissimo, la colpa sul gol è di Allan e Ruiz. Callejon deve gestire l'anomalia del suo vagocampismo che lo porta ad arretrare, aggiungersi a centrocampo e scendere in copertura sulla fascia. Entrambi giocano una partita doppia a velocità superiore, anzi, giocano due partite e ne escono come i migliori in campo; questa gara servirà moltissimo per il resto della stagione, hanno assolto il compito alla grande, e potranno farne vanto. È un grande passo, tattico e mentale, per entrambi. E chissà che Callejon da vecchio faccia il passo indietro per lanciare gli altri come Di Stefano mentre Koulibaly si metta a fare l'attaccante fisso in area senza tornare (privilegio delle punte del Psg, in qualunque altra squadra il fatto suonerebbe assurdo). Insomma, hanno una doppia vita, un doppio ruolo, al punto che la loro partita vale più del punto rimediato.
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