Napoli, tutte le trappole dell’Arsenal:
attenzione ai graffi di ​Aubameyang

Napoli, tutte le trappole dell’Arsenal: attenzione ai graffi di Aubameyang
di Roberto Ventre
Sabato 16 Marzo 2019, 07:08
3 Minuti di Lettura
Aubameyang ha spinto l’Arsenal ai quarti di finale con una doppietta al Rennes festeggiata indossando la maschera della Pantera Nera, come viene chiamata la nazionale del Gabon. E’ lui l’uomo chiave dei Gunners, l’attaccante che ha segnato in questa stagione 22 reti, 17 in Premier League, 4 in Europa League e una in Fa Cup. «Che sorteggio! Pronti per andare a Napoli e affrontare i miei amici Kevin Malcuit e Faouzi Ghoulam», ha scritto su Twitter. Certamente giocherà l’andata a Londra l’11 aprile (è avvenuta l’inversione perché anche il Chelsea, altra squadra londinese giocherà il primo match in trasferta), potrebbe saltare il ritorno al San Paolo giovedì 18 in caso di ammonizione nella sfida a Londra perché è uno dei quattro diffidati con Lacazette, Mkhitaryan e Xhaka. E l’Arsenal per la prima volta giocherà il ritorno in trasferta dove ha mostrato dei limiti perdendo nei due turni precedenti con Bate Borisov (1-0) e Rennes (3-1), sconfitte ribaltate all’Emirates, vera e propria roccaforte dei Gunners. Chi passa trova la vincente tra Valencia e Villareal, la sfida con il Chelsea di Sarri potrebbe esserci solo in finale se entrambe andassero avanti fino in fondo.

I GIOIELLI
Una squadra, quella di Emery, dalla chiara vocazione offensiva e che proprio in attacco schiera i suoi gioielli migliori, il francese Lacazette, ex Lione, altro bomber di livello mondiale, 14 reti in questa stagione, tecnico e imprevedibile. In questa fase sta tornando decisivo Ozil, il campione del mondo con la Germania in Brasile che ha ripreso a giocare con continuità dopo l’indisponibilità di due mesi per infortunio. A centrocampo il punto di riferimento è Ramsey, nazionale gallese che ha firmato per 4 anni con la Juve. Il punto debole è la difesa, Emery gioca a tre con Mustafi, ex Samp a destra, il capitano Koscielny e Monreal, anche se la linea diventa a quattro quando Kolasinac si abbassa. Nella rosa dell’Arsenal, che ha un valore complessivo di 625 milioni, ci sono tre giocatori seguiti in passato anche dal Napoli, il portiere tedesco Leno, riserva di Cech, che eliminò gli azzurri nella Champions 2011-2012 quando era in porta con il Chelsea, il centrocampista uruguaiano ex Samp, Torreira, quello spagnolo Denis Suarez.

 

IN ZONA CHAMPIONS
L’Arsenal è quarto in Premier League, in piena zona Champions, obiettivo che fallì l’anno scorso, infatti in questa stagione è partito fin dal primo momento tra le favorite dell’Europa League, passando al primo posto imbattuto la fase a gironi. I Gunners hanno 60 punti in classifica e si giocano il posto con il Tottenham, terzo con un punto in più, il Manchester United a quota 58 e il Chelsea a 57. Con Emery è cominciato a giugno il dopo Wenger, un’icona dell’Arsenal che per 22 anni consecutivi ha guidato uno dei club più famosi al mondo con 133 anni di storia.

IL MITO WENGER
Il tecnico francese che sfiorò l’impresa di vincere la Champions perdendo in finale nel 2006 in rimonta (2-1) contro il Barcellona ed è stato quello ad alzare più trofei. Insieme a Ancelotti è l’unico che è riuscito a centrare il double in Inghilterra, a vincere sia la Premier che la FA Cup nello stesso anno (1998 e 2002). Nel 2004 terminò l’annata senza sconfitte: era l’Arsenal di Vieira, di Pires, di Bergkamp e pure di Henry, quello degli invincibili. Fu l’ultimo anno in cui trionfò in Premier che manca quindi da 14 stagioni. La bacheca è molto ricca: 13 Premier League, 13 Coppe d’Inghilterra, 2 Coppe di Lega e 15 Community Shield, una coppa delle Coppe e una delle Fiere.

IL PRECEDENTE BEFFARDO
L’ultimo precedente con il Napoli nel girone di Champions League 2013/14. I Gunners vinsero 2-0 all’andata contro gli azzurri di Benitez e furono battuti con lo stesso risultato al ritorno al San Paolo nell’ultima sfida del girone. Fu una beffa atroce per il Napoli che chiuse a 12 punti in testa il girone proprio con l’Arsenal e il Borussia Dortmund di Klopp e venne eliminato per la peggiore differenza reti. L’occasione per la rivincita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA