Professione punta: da Inzaghi
a Ibra, ora Ancelotti punta su Milik

Professione punta: da Inzaghi a Ibra, ora Ancelotti punta su Milik
di Gennaro Arpaia
Lunedì 6 Agosto 2018, 12:50
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Edinson Cavani è il sogno dei tifosi, Arek Milik è la certezza. «Basterà?» Si chiedono in molti in città. Il riferimento dei tifosi azzurri, però, non è alle qualità pur chiare del polacco, ma ad una resistenza fisica che nel primo biennio napoletano ha sconfortato tutti. La fortuna sarà anche cieca, ma la sfiga con lui ci ha visto benissimo: ginocchio sinistro rotto in avvio del primo anno, quando l’eredità di Gonzalo Higuain sembrava quasi non pesare visti i gol del biondo attaccante, ginocchio destro rotto un anno fa, quando i numeri ancora stavano dando ragione ad Arek e a chi aveva scommesso su di lui portandolo in azzurro per oltre 30 milioni dall’Ajax.

Quest’anno, però, la musica può essere diversa. E Napoli e i napoletani sperano di avere a disposizione finalmente una prima punta vera, come in azzurro non se ne vedono da oltre due anni. Milik è andato al Mondiale, non ha giocato tantissimo ma si è subito messo a disposizione del nuovo allenatore al rientro. Lunghe chiacchierate sul campo di Dimaro e tanto lavoro offensivo. Con Ancelotti spera di poter giocare finalmente con continuità e soprattutto seguire le fortune di tanti attaccanti che, come lui, sono passati dalle mani dell’allenatore di Reggiolo. Un feeling lungo vent’anni quello tra Ancelotti e le prime punte. Non sempre Re Carlo ha avuto abbondanza in quel reparto, un po’ come oggi potrebbe essere a Napoli visto che alle spalle di Arek ci sono solo l’adattato Mertens e l’incognita Inglese, ma i suoi attaccanti hanno sempre fatto bene, consacrandosi poi tra i migliori al mondo.

Tutto cominciò con Hernan Crespo, l’argentino punta di diamante di quel Parma ’96-’97 allenato da Ancelotti che chiuse la stagione in Serie A con 27 presenze e 12 gol, un bottino niente male per un calciatore all’esordio in Europa. Poi il grande amore con Pippo Inzaghi, attaccante incontrato alla Juventus ed esaltato nel Milan. In bianconero, nella stagione ’99-’00, SuperPippo segnò 26 gol in 43 presenze con Re Carlo, mentre alla prima stagione da milanista con lui l’attaccante ne mise insieme 16 in sole 28 partite. Quindi il passaggio al Chelsea ed un’altra super punta da valorizzare. Didier Drogba era anima e cuore dei Blues, si affidò alle cure di Ancelotti e riuscì a segnare 37 reti in 44 gare in quella magnifica annata 2009-10 che alla squadra di Londra valse Premier League e FA Cup.

La qualità della punta a disposizione di Ancelotti non si abbassò nemmeno a Parigi. Zlatan Ibrahimovic non aveva rivali e in Ligue 1 come in Champions tutte le azioni offensive passavano dai suoi piedi. Alla fine il bottino fu più che soddisfacente: 35 gol in 46 partite per un sodalizio che sotto la Tour Eiffel si vide per una sola stagione. Altro campionato, nuova maglia, ma con il Real Madrid Ancelotti potè avere a disposizione un parco attaccanti di primissimo livello. Oltre a Cristiano Ronaldo, anche Benzema e un giovane Morata. Abbondanza usuale dalle parti della capitale spagnola. I tre, nella stagione 2013-14, misero insieme 84 gol (51 il solo portoghese) alternando le forze in campo e portando i blancos fino alla vittoria della Champions League. Ultimo capitolo Monaco: al Bayern Ancelotti torna a poter contare su una sola prima punta di assoluto rango, che è Robert Lewandowski. L’ex Borussia, al primo anno insieme, tiene un ruolino di marcia incredibile segnando 43 gol in 47 partite.

Da un polacco all’altro, dunque. «Ancelotti è innamorato di Arek», aveva detto De Laurentiis qualche giorno fa. Dopo Lewandowski, l’allenatore di Reggiolo deve rilanciare le sorti anche di Milik, consapevole delle qualità dell’attaccante e del grande lavoro da fare insieme con lo staff che ne curerà la tenuta fisica. Arek ha chiuso lo scorso campionato con 4 gol nelle ultime otto uscite, rientrando da un grave infortunio e tenendo spesso in vita il Napoli nella lotta scudetto, partito da titolare in due sole occasioni. Il fiuto del gol c’è, da indirizzare ora con l’aiuto di un grande allenatore come Ancelotti. Per restituire al Napoli una vera prima punta di cui fidarsi e proseguire nella migliore delle tradizioni ben oltre il sogno Cavani.
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