Questo film ha avuto un bel finale

Questo film ha avuto un bel finale
di Anna Trieste
Domenica 6 Marzo 2016, 09:34
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Più attesa di una multa dopo un consapevole divieto di sosta, di una pizza da Michele di sabato sera e di un treno della Circumvesuviana nell’ora di punta, a Napoli finalmente è tornata la vittoria. E, chiaramente, come in tutte le epopee che si rispettino, essa non è tornata così, leggera, passeggiando sui tacchi con l’ombrellino come se stesse facendo lo struscio a via Toledo ma incespicando, scarmigliata, correndo, cadendo, rialzandosi e poi ancora correndo, spazzando via tutto quello che trovava sul cammino.

Ma del resto se Ulisse fosse tornato a Itaca col vaporetto della Tirrenia nessuno ci avrebbe fatto un poema in versi ed è per questo che la vittoria di ieri contro il Chievo è ancora più bella. Ma andiamo con ordine. Giorni passati a ripeterci come un mantra «No, ma dobbiamo vincere assolutamente che la Roma sta là dietro, non possiamo permetterci passi falsi» che tempo un minuto e il Napoli è già sotto di un gol. E che cazz. La ragione però è semplice: a tutti capita nella vita di sentirsi qualcun altro.

De Magistris a volte si sente Che Guevara, Donald Trump a volte si sente Berlusconi e Chiriches ieri si è sentito Zidane. Per questo ha mandato in gol Rigoni, perché ha pensato che non è giusto che per via di questo fatto che fa il difensore non può fare i dribbling come Denilson. Ma tutto era preordinato all’epopea, perché nonostante la strunzata praecox il Napoli non si è abbattuto e ha trovato il pareggio con Higuain che ha dimostrato a tutti, in primis a De Laurentiis, che quand’anche fosse vero quel fatto del suo sovrappeso è ancora più vero quell’altro fatto dell’omm’ ‘e panza omm ‘e sustanza.

Poi, il capolavoro che nemmeno Omero o gli sceneggiatori di Cento Vetrine nella loro migliore giornata avrebbero saputo scrivere. Chi è che mette dentro il pallone del 2 a 1 che porta finalmente il Napoli in vantaggio? Lui, Chiriches, che sempre posseduto da Zidane ma stavolta nella parte giusta del campo stacca di testa e mette dentro. Checché ne dicano i calendari, è in quel momento che a Napoli è finito febbraio ed è iniziato marzo. Il mese della primavera e delle zeppole di San Giuseppe. Ne è stato un chiaro segno anche il gol di Callejon che ormai terzino dichiarato ha deciso di metterci i piedi oltre ai polmoni. Insomma, una rondine non fa primavera ma tre gol fanno ‘na bella vittoria. ‘Assafà!

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