Sarri, ecco le condizioni per restare:
rosa più ampia e aumento del contratto

Sarri, ecco le condizioni per restare: rosa più ampia e aumento del contratto
di Pino Taormina
Sabato 24 Febbraio 2018, 08:36 - Ultimo agg. 15:33
4 Minuti di Lettura

Era a Wolfsburg che il buon Benitez lasciò intendere che a fine anno avrebbe fatto la valigia e se ne sarebbe andato. Ed è sempre in Germania, stavolta a Lipsia, che Sarri finalmente lascia intendere qualcosa su quello che verrà. Perché in due giorni di seguito dice che «dovremo ampliare la rosa» e che «possiamo essere più competitivi in Europa il prossimo anno». Ecco, non è ancora quel bel «resto» ma ci siamo. Perché il «noi» con cui accompagna ogni frase relativa al futuro lascia intendere che almeno lui una decisione l’ha presa: il ciclo non è chiuso. D’altronde come potrebbe esserlo? Dove potrebbe arrivare il Napoli nel caso in cui avesse almeno 18 giocatori, se non 20, tutti graditi al tecnico di Figline? Insomma avanti. Durante la sosta le diplomazie si metteranno al lavoro cercando una intesa: la clausola andrà via da sola a giugno, ma è chiaro che l’offerta di De Laurentiis sarà corposa. Magari attorno ai 4 milioni. Vero che il presidente male, e non poco, ci è rimasto per l’uscita dalla Champions: comprende i discorsi tecnici, ma deve fare i conti con il bilancio. L’ultimo, col fatturato che vola a 300 milioni e con il +66 milioni di utili, ha una chiave di lettura che persino uno studente di economia alla prima lezione di università capirebbe: la Champions League. L’uscita di scena è costata, più o meno, una quarantina di milioni di euro. Non spiccioli. Ma il fatto che in ogni caso Sarri ha già garantito il ritorno nell’unica coppa europea che conta, ha un po’ addolcito la pillola. Di sicuro, quest’anno il fatturato azzurro sarà più basso.

Già i fatturati. Sembra di sentire Mazzarri o proprio lo stesso Rafone. Il primo era fissato sul monte ingaggi, l’altro sul giro di affari. E nel mirino sempre le big d’Italia. Ecco, Sarri rispolvera nella maestosa Red Bull Arena uno dei cavalli di battaglia più di voga: «Noi abbiamo il quinto monte-ingaggi, persino inferiore a chi lotta per non retrocedere». Il Napoli ha un monte-ingaggi (lordo) di circa 81 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno prima di circa 5 milioni e mezzo. I rinnovi fatti dal ds Giuntoli di Insigne (da 1,8 a quasi 4 milioni) e di Mertens (da 1,2 a quasi 3,6 milioni) fanno lievitare all’insù gli stipendi. Con la primavera il Napoli si prepara a ritoccare i contratti di Allan, Jorginho e Chiriches. Ma non è escluso che voglia blindare anche gioiellini come Zielinski e Hysaj. Insomma, un abisso con «gli altri» che ormai Sarri non nomina più. La Juve, dietro di un punto, paga ai suoi giocatori stipendi per 164 milioni. Esattamente il doppio. Il Milan è a quota 117, la Roma 91 e l’Inter è a 83 milioni. 

 
Meno male che le classifiche non si fanno così, sennò sarebbero inutili, le porte, i fuorigioco e gli allenamenti. Ma Sarri insiste anche perché vorrebbe spingere le pressioni altrove. Un modo per dire: perché guardate in casa nostra? In Premier, i più ricchi tra i ricchi sono quelli del Manchester United, che però inseguono i rivali storici del City. Però la regola è questa: chi più guadagna, più vince. Il Bayern non ha rivali in Germania (fatturato da 578 milioni) e il Psg domina la Ligue 1 (486 milioni). Il bilancio parla chiaro: il Napoli, secondo quanto diffuso ieri dal Sole 24 ore, ha una liquidità monstre di 110 milioni. La proprietà del Napoli non prende dividendi ma il Cda composto dallo stesso presidente, i tre figli, la moglie e l’ad Chiavelli ha percepito compensi per circa 4,4 milioni di euro.

Folgorato sulla via di Damasco, Sarri si è reso conto a Lipsia che l’Europa è bella.

Ed è un peccato uscire di scena così presto. Non ha perso tanto il Napoli sotto il profilo economico (arrivare fino alla finale di Lione avrebbe portato, tra premi e prebende varie, non più di 15 milioni) e l’immagine è stata riscattata dopo il ko del San Paolo. Sarri sta dando segnali importanti: vuole restare. Il suo manager-amico Alessandro Pellegrini, nei suoi giri a cena tra Londra e la Spagna, ha però capito quanto è stimato il suo tecnico. Non ha ceduto alle lusinghe di nessun club (di Sarri hanno chiesto notizie dal Chelsea al Tottenham, dal Real Madrid al Paris St. Germain), non ha dato disponibilità ai vari intermediari pronti a offrire ponti d’oro. Pellegrini sa che Sarri è solo alla ricerca di una buona intesa per andare avanti con il Napoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA