Napoli, la svolta in due mosse:
Ancelotti lancia Mertens e Rog

Napoli, la svolta in due mosse: Ancelotti lancia Mertens e Rog
di Pino Taormina
Domenica 23 Settembre 2018, 09:00
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Inviato a Torino

Nell'anticipo dell'ora di pranzo, il Napoli dovrà mettere la cera nelle orecchie come i marinai di Ulisse. Non è questione di canto delle sirene: al contrario, c'è da evitare di ascoltare il nutrito coro di perplessità su questa creatura ancora imperfetta. D'altronde, Ancelotti è in cattedra solo da pochi mesi. Torino è la trasferta perfetta per pesare il valore di questa squadra: c'è l'eterna voglia di rivalsa di Mazzarri, il cuore Toro con cui fare ogni volta i conti e la bolgia dello stadio intitolato al Grande Torino. Una vigilia che sembra una specie di questionario, pieno di punti di domanda. Che Napoli sarà oggi? Quando la palla comincerà a rotolare toglieremo il velo a quello che si annuncia come il sesto Napoli di questa stagione messo in campo da Ancelotti e ne sapremo di più. Si annuncia la conferma del 4-4-2, l'esordio dal primo minuto di Rog e il ritorno in campo di Maksimovic e Karnezis. Dopo la pausa di Belgrado, dovrebbe tornare il regista: Hamsik. Si dovrebbe fermare Allan e in attacco Insigne e Mertens. Proprio come con la Fiorentina.

Secondo in classifica, unico tra le big a tenere il passo della Juventus. Eppure questo Napoli disegnato per attaccare e divertire ha fatto solo un gol nelle ultime tre gare, compresa la partita di Champions con la Stella Rossa. Perché la squadra che in tre anni ha conquistato una bella identità di gioco 4-3-3, ha dovuto pulire la lavagna e ha voluto disegnare altro. Dopo un mese tanto è cambiato e tanto c'è ancora da scoprire. Ed è per questo che oggi col Torino è un gran bell'esame. Perché quella di Ancelotti è ancora una creatura imperfetta. Si può cambiare disposizione in campo, ma tre anni di educazione al bel gioco e al possesso del campo restano nel cuore: i moduli sono numeri, conta lo spirito. Contro i granata l'equilibrio e il timing delle due fasi farà la differenza. «Nec temere, nec timide», suggerisce il motto. Insomma, né scriteriati, né con paura. Gli azzurri hanno vinto le ultime tre trasferte a Torino segnando 10 gol. L'ultimo ko l'11 marzo del 2015 con gol di Glick (e Irrati arbitro proprio come nella gara di oggi). Ancelotti non ha mai perso in carriera contro il Torino, collezionando 7 vittorie e 4 pareggi: l'ultima volta, nell'aprile del 2009 ha vinto per 5-1. E Mazzarri? Negli 11 precedenti da avversario, ha vinto appena due volte: e l'ultima il 10 febbraio del 2008, quando era alla Sampdoria (2-0). Negli ultimi tre incroci, Walter ha strappato tre pareggi. Ancelotti e Mazzarri, nei loro 10 scontri-diretti non hanno mai pareggiato: 7 vittorie per Carletto e 3 per Walter.
 
Le due punte Insigne e Mertens vicine a dialogare, Zielinski e Rog pronti ad aggredire la profondità, Hamsik ad avere i compiti nell'impostazione. Ancelotti ha avvertito la squadra: guai a correre il rischio di alzare lo sguardo verso la partitissima di domenica prossima con la Juventus e trascurare gli ostacoli della gara di oggi con il Torino (la prima sotto al sole) e quella di mercoledì con il Parma, che sono delle trappole potenziali. La Juve ha un calendario da smalto sulle unghie: Frosinone e poi Bologna in casa. Non bisogna perdere terreno e provare e arrivare allo scontro-diretto con il distacco a tre punti. Chiaro, quel giorno non ci sarà in palio nulla, perché in ogni caso poi mancherebbero ancora 8 mesi di campionato. Ma meglio non scavare solchi profondi.

Si sa come gioca Mazzarri. Per schiudere il Torino bisognerà lavorare bene e di buona lena, evitando staticità di palla e di gambe. La chiave per aprire forte il Torino è il dinamismo. Servirà pazienza e fatica. Ancelotti in questi giorni ha lavorato tanto sulla circolazione a uno-due tocchi e sulla compattezza della squadra. Spostare in fretta la palla, senza cullarla tra le scarpe, significa poter attaccare i lati scoperti impedendo alla difesa granata di posizionarsi. Il contrario di quello fatto a Belgrado.

Meglio dipingerlo brutto il diavolo così quando si presenta uno è preparato e fa meno paura. Allora sforziamoci per ingigantire l'Olimpico in tutti i modi, con i 27mila tifosi granata scatenati (esaurito anche il settore ospiti: duemila tifosi del Napoli). «Fondamentale sarà il supporto dei nostri tifosi», dice Mazzarri. «A Belgrado hanno dominato dal punto di vista della prestazione. Se giocassero di nuovo vincerebbero 3 o 4 a 0. Li ho visti in forma, hanno fatto più o meno la stessa partita nostra a Udine». Ancelotti invece non ha parlato. A Castel Volturno vige la regola del silenzio tra partite di Coppa e quella di campionato. E pure Carletto, il re della comunicazione, deve alzare la mani.
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