Universiadi, i saluti «on board»
del Settebello e del Setterosa

settebello + setterosa
settebello + setterosa
di Diego Scarpitti
Martedì 16 Luglio 2019, 22:33
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Sorridenti e soddisfatti. Salgono a bordo dell’elegante e raffinata Costa Victoria, lunga 252,2 metri e con 790 unità di equipaggio, i ragazzi d’oro del Settebello e le argentate giocatrici del Setterosa. Ultimo giorno da ricordare per i protagonisti dell’acqua clorata, che lanciano, da Napoli, un messaggio al mondo: il trionfo della bellezza e dello sport. Vista mozzafiato e sfondo Molo San Vincenzo e Castel dell’Ovo in lontananza, ma anche l’impatto ravvicinato e imponente del Maschio Angioino, così come Castel Sant’Elmo posto in alto, ad impreziosire lo scenario. Concentrazione senza pari del patrimonio storico e culturale, da far invidia a chiunque. E poi il Vesuvio che si staglia all’orizzonte, per completare la meravigliosa cartolina. Passeggiano in maniera disinvolta sul ponte, apprezzano l’incantevole scenario Umberto Esposito, capitano del Settebello e della Canottieri Napoli, il posillipino Massimo Di Martire e i due salernitani Eduardo Campopiano. Insieme alle due partenopee Carlona Ioannou e Sara Centanni (mentre Loredana Sparano è a Parigi) indossano l’abito di testimonial di Napoli e della Campania.

Giocano a biliardino, posano sulle scale, respirano un clima di total relax dopo le fatiche in vasca. «Ringrazio il capitano Gianfranco La Fauci per la calorosa accoglienza e la gradita ospitalità. Pallanuoto vincente ed emozionante, con una grande tradizione cittadina. Non si poteva chiudere meglio la 30esima edizione estiva delle Universiadi. Piscina Scandone gremita e brulicante di appassionati ed entusiasti tifosi. L’oro vinto dagli azzurri il giusto coronamento dei Giochi all’ombra del Vesuvio, a detta di tutti un vero successo», spiega raggiante il commissario Gianluca Basile, artefice di un vero miracolo in dieci mesi. Oltre ogni aspettativa e con riscontri ottimistici da parte di atleti e delegazioni straniere, che hanno deciso di ritardare volutamente la loro partenza, per godersi ancora la grande bellezza di Napoli. Si è ricreato e irrobustito, inoltre, quel legame tra pallanuoto e città, grazie alle Universiadi 2019. «Abbiamo riqualificato impianti importanti. Prezioso il lavoro messo in campo a Fuorigrotta, al PalaDennerlein, alla Mostra d’Oltremare. Napoli è pronta ad altre sfide e ad ospitare eventi di caratura internazionale come Europei e Mondiali», ammette l’ingegnere Basile (nelle foto di Rosario Caramiello), che riceve in dono un pallone in miniatura della waterpolo.

Non possono che essere estremamente positive le considerazioni conclusive di Filippo Massimo Gomez, team leader delle Nazionali universitarie italiane. «Abbiamo vissuto e organizzato un vero festival della pallanuoto. Spettacolo tutto il tempo nelle piscine di Caserta, Casoria e Napoli, frutto di uno straordinario lavoro di squadra. La pallanuoto napoletana risponde alla grande al richiamo di manifestazioni internazionali, che sono assolutamente da ripetere», dichiara il presidente GUG Campania, prima della foto di gruppo con Fulvio Di Martire, Alberto Ramaglia, manager area trasporti Aru, e Giorgio Angrisano. «Da team leader della Nazionale mi sono ritrovato nel doppio ruolo di arbitro. Penso di averlo fatto nel migliore dei modi, tenendo a freno due grandi personalità della pallanuoto come Alberto Angelini e Alessandro Calcaterra. Ho imparato molto stando in panchina, ho visto che tante volte gli arbitri hanno ragione, e una ripasatta al regolamento per tutti non farebbe male». Apporto fornito pure dal punto di vista tecnico. «Cavalcata trionfale della Nazionale maschile: squadra molto forte, strutturata per vincere e si è imposta molto bene. Ragazze piacevolissima sorpresa: non pensavo potessero arrivare così in alto ma ho sperato che vincessero. Grande umanità e grande cuore. Ho sentito battere i loro cuori. Uscivano dall’acqua, dopo aver dato tutto. Avrebbero meritato anche loro di arrivare prime. E l’abbraccio finale con Agnese Cocchiere, per cercare di spegnere il suo pianto, è stato una grande emozione». Clorate come quelle dispensate dagli intrepidi del Settebello e dalle fantastiche del Setterosa made in Naples.
 
 
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