Aldo Balestra
Diritto & Rovescio

Quel ragazzo (più) grande
anche quando perde

Jannik Sinner protegge una raccattapalle dalla pioggia durante l'interruzione per la pioggia
Jannik Sinner protegge una raccattapalle dalla pioggia durante l'interruzione per la pioggia
Aldo Balestradi Aldo Balestra
Lunedì 18 Marzo 2024, 00:02 - Ultimo agg. 22:31
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«Sinner: resto positivo, ora concentrato su Miami» (Ansa, 17.3.2024, ore 5.53)
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Diciamolo subito, saremmo stati tutti contenti se Sinner avesse vinto. Avrebbe continuato una fantastica striscia positiva che lo aveva portato, in questa prima parte dell'anno, a 19 vittorie consecutive. E, soprattutto, sarebbe diventato il numero 2, proseguendo nella terrificante scalata alla vetta del tennis mondiale. Invece Jannik ha perso al torneo Masters 1000 di Indian Wells con lo spagnolo Carlos Alcaraz e, per il momento, ha appena un po' rallentato.

Sì, saremmo stati contenti, se avesse vinto.

Ma lo siamo lo stesso, anche se Jannik ha perso. Perchè se nella vittoria Sinner ci sembrava sin troppo perfetto, pur conservando una razionale semplicità, nella sconfitta non si è dannato, non ha spaccato racchette, non ha inveito contro avversari e arbitri. Niente, ha perso una partita. Punto e basta. Consapevole di non aver giocato al meglio contro un avversario rapido e potente. Insomma, ci può stare.

E' il Sinner “umano”, allora, che ci interessa. E quello c'è. Non s'incazza se piove e la partita s'ìnterrompe pur avendo iniziato con un buon ritmo, torna negli spogliatoi insieme all'avversario (quello reduce dalla battaglia, vinta, con le vespe) e scambia con lui idee e battutine.  Torna in campo, riprende a piovere, e lui come un vero gentleman protegge la raccattapalle Caroline con un ombrello, a differenza di Alcaraz che invece si lascia coprire da quello mantenuto dall'assistente. Poi Jannik vince, o perde, scambi extragalattici e sorride con Carlos, certamente non per irriderlo. E a fine partita riconosce la superiorità dell'avversario.

Insomma, evviva: Sinner è umano. Non gli piace solo cenare con le pietanze preparate dal papà e lavare a mano la sua Stelvio anzichè portarla all'autolavaggio. E' ricco ma non ostenta. E quando gioca a tennis, e magari (raramente) perde, è consapevole della propria inferiorità, non si dispera e dice due parole che aprono il cuore: «Resto positivo». Guarda già al futuro, al torneo di Miami. Ed ancora, riferendosi ai suoi errori: «Penso che questa sia la lezione per oggi». Capito? Nelle sconfitte non ci si dispera, dalle sconfitte s'impara. E questo è bello scoprirlo nel ragazzo che sembrava non doversi mai fermare, per quanto stava vincendo.
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«È molto semplice essere felici, ma è molto difficile essere semplici» (Rabindranath Tagore)

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