«Mio marito mi paga 100 euro a settimana per fare la casalinga. È il lavoro migliore di sempre»

Una donna ha lasciato l'esercito per fare la casalinga 'assunta' dal marito

«Mio marito mi paga 100 euro al mese per fare la casalinga. È il lavoro migliore di sempre»
«Mio marito mi paga 100 euro al mese per fare la casalinga. È il lavoro migliore di sempre»
di Marta Goggi
Domenica 19 Novembre 2023, 19:36 - Ultimo agg. 20:48
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Alyssa Drummond, 28 anni, ha lasciato il lavoro nell'esercito per lavorare come casalinga “assunta” da suo marito Tom, 51 anni, affermando che è il «miglior lavoro di sempre». La coppia si è incontrata in ambito lavorativo e dopo qualche tempo hanno avuto un figlio.

La vita da casalinga 

«Mio marito mi assume per prendermi cura della casa e incoraggio altre donne a perseguire la stessa dinamica per il loro futuro successo finanziario. Mi occupo della maggior parte della cucina e delle pulizie, faccio anche la maggior parte del bucato. Lui lavora a lungo, a volte per 10 ore al giorno, quindi mi occupo solo della casa mentre lui non c'è e mi paga 100 euro a settimana», ha detto alla serie YouTube di Truly Love Don't Judge . La donna ha poi aggiunto: «Guadagno di più ora da sposata rispetto a quando ero nell'esercito ed è il miglior lavoro che abbia mai avuto. Lui mi paga la vita e c'è un piano di assicurazione sanitaria».

I commenti sui social

Gli utenti non hanno mancato di criticare e commentare l'intervista su YouTube, uno ha scritto: «Solo 100 dollari? Onestamente questa dinamica esiste in molte relazioni e se la trasmetti almeno vieni pagato una bella somma...

mia madre non ha mai avuto un lavoro e mio padre le dà 1.000 dollari». 

Ma Alyssa Drummond rimane convinta della sua scelta:  «L'alternativa è andare a un vero lavoro con un vero capo, tieni presente che è un uomo a cui non importa di te, timbra l'entrata, l'uscita, non sei nella sua mente, ti licenzierebbe domani. Mio marito non mi licenzierà domani. Penso che sia molto più romantico di così, ma se dobbiamo chiamarlo lavoro non è il peggior lavoro che ci sia».

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