Bayard, a Napoli la prima stazione d'Italia pronta a rinascere: via ai lavori di messa in sicurezza

Nella struttura in abbandono di corso Garibaldi lavoreranno il Comune e le Ferrovie dello Stato

La stazione Bayard ridotta a un rudere
La stazione Bayard ridotta a un rudere
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Martedì 16 Aprile 2024, 23:30 - Ultimo agg. 17 Aprile, 11:15
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La prima stazione ferroviaria d’Italia, la Bayard, è vicina alla rinascita. La notizia è da brividi perché quel luogo, che ha segnato la storia del trasporto in Italia, attualmente è ridotto a n rudere fatiscente sul quale, negli anni, si sono accaniti anche i “pirati” degli spazi che l’hanno invasa e se ne sono, in parte, impossessati.

La notizia della svolta verso la riqualificazione viene diffusa dal Comune di Napoli con un comunicato nel quale si spiega che «sono state consegnate oggi le aree della stazione Napoli Bayard per l’avvio dei lavori di messa in sicurezza del complesso, a seguito dei quali potranno essere realizzate le opere di recupero definitivo funzionale dell’area». Non ci sono accenni alle attività che verranno svolte, anche perché ad eseguire i lavori saranno anche le Ferrovie attraverso “FS Sistemi Urbani”, società capofila del Polo Urbano del Gruppo FS. «L’intervento - è scritto nella nota ufficiale - è frutto del dialogo fra tutti gli attori coinvolti dopo la consegna al Comune dell’area compresa tra Corso Garibaldi, via Enrico Cosenz e via S.

Maria delle Grazie a Loreto, e dà seguito al Protocollo d’Intesa siglato a dicembre 2023 tra Comune di Napoli, Procura della Repubblica, Soprintendenza e FS Sistemi Urbani. L’accordo ha permesso la riorganizzazione delle proprietà e delle zone limitrofe con la massima protezione del patrimonio culturale della città».

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La proprietà

In realtà proprio la questione della proprietà è stata al centro di una lunga e imbarazzante ricerca. Quando la Procura l’8 febbraio del 2023 ha aperto un’indagine sulla devastazione di quella stazione storica, è stato necessario individuare i titolari di quei luoghi. L’unica traccia recuperata da palazzo San Giacomo è stata una nota del 12 settembre 1977 nella quale si spiega che il Comune «ha manifestato l’intenzione di acquisire» l’area della stazione, compreso il sedime esterno.

All’epoca la zona venne passata al Comune ma dell’atto di cessione non c’è traccia. Nel frattempo gli amministratori cittadini in quei luoghi hanno realizzato strade e scuole, e hanno anche piazzato, nell’edificio confinante con la stazione, una sede di municipalità. Per risolvere la questione, dopo aver cercato invano i documenti di vendita, Ferrovie e Comune si sono incontrati e hanno deciso di trovare un accordo: il Comune ha comprato per due milioni le zone dove ha costruito strade e scuole; alle Ferrovie sono rimasti il rudere della Stazione e l’edificio dov’era la Municipalità.

I lavori

Allo stato attuale le uniche operazioni previste riguardano la messa in sicurezza. Sulla rifunzionalizzazione e sulle future destinazioni d’uso non ci sono ancora progetti ufficiali anche se, da anni, le Ferrovie spiegano di voler recuperare quella storica stazione per trasformarla e destinarla ad un utilizzo funzionale alla cittadinanza.

L’accelerazione alla questione del recupero l’ha data proprio l’indagine della Procura che a inizio 2023 mandò i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio, a sequestrare il manufatto inaugurato nel 1834 e le aree circostanti. L’iniziativa arrivò al termine di un’indagine coordinata dal gruppo intersezionale per la tutela penale dei beni culturali, coordinato dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli. I reati ipotizzati erano tanti, e tutti drammatici: dal «danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale» alla «distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento ed uso illecito dei beni culturali», dalla «omissione di lavori in edifici che minacciano rovina» alla «invasione di terreni ed edifici» a carico di un garage confinante che aveva, secondo la Procura, invaso le aree dell’antica stazione.

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