Commissione antimafia a Caivano, Morra: «La battaglia non è semplice». Presenti anche il capo dei vigili Chiariello e il giornalista Rubio

Commissione antimafia a Caivano, Morra: «La battaglia non è semplice». Presenti anche il capo dei vigili Chiariello e il giornalista Rubio
Mercoledì 23 Marzo 2022, 10:16 - Ultimo agg. 11:51
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Ai cittadini dice che «la battaglia non è semplice» e che «queste sono conseguenze di decenni di abbandono». Il presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, è appena arrivato a Caivano dove con parte della Commissione ascolterà don Maurizio Patriciello, giornalisti minacciati, il capo dei vigili urbani di Arzano anch'egli minacciato.

«C'è necessità di far capire che questo territorio è parte della Repubblica non un enclave clan - dice - La risposta della macchina dello Stato sia fattiva e celere». Sottolinea che le forze dell'ordine hanno organici ridotti, che servono infrastrutture oltre che repressione e ai cittadini dice.

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«Capisco la paura ma ognuno deve fare la sua parte.

Qui per anni si è pensato che si potesse essere padroni del territorio non avendo una risposta forte dello Stato, ora lo Stato sta cercando di reagire. Capisco che la gente ha paura ma il dovere impone di seguire altre strade».

Con un manifesto funebre, lo scorso 10 marzo, annunciarono la sua morte. «Ma come vedete sono qui e andiamo avanti», dice Biagio Chiariello, comandante della polizia locale di Arzano. A breve, a Caivano sarà sentito dalla Commissione parlamentare antimafia. «È una risposta importante dello Stato che viene qui a Caivano facendo sentire la vicinanza a persone che sono esposte sui territori tutti i giorni - dice - ringraziamo per questo l'apparato centrale e non è l'unico segnale, per quanto mi riguarda, già da diversi giorni sono stati attuati dispositivi di sicurezza nei confronti delle persone che si sono esposte».

«Cosa chiederemo? Attenzione particolare e maggiore finalizzata a contrastare in maniera ancora più incisiva la criminalità», aggiunge. A chi chiede se ha paura, risponde: «Un po' di preoccupazione c'è però andiamo avanti altrimenti sarebbe comunque una sconfitta». «Non la possiamo dare vinta a queste persone che hanno posto in essere atti ignobili finalizzati ad isolarci e a lasciarci soli - dice - la risposta è stata evidente e andremo avanti in maniera ancora più incisiva rispetto a prima». Il comandante Chiariello, prima del manifesto funebre, ha ricevuto altre intimidazioni: «Siamo qui, non ci siamo lasciati intimorire. Per me è un forte e chiaro segno di debolezza, significa che stiamo andando nella direzione giusta e che stiamo dando fastidio».

«Chiediamo allo Stato di investire nelle forze dell'ordine. Questa è terra di camorra, le forze dell'ordine fanno il massimo ma sono poche. La gente ha bisogno di stare tranquilla e di avere delle garanzie». Mimmo Rubio è uno dei giornalisti sotto scorta perché minacciato dalla camorra. Chiederà questo, stamattina, alla Commissione antimafia. «Ho paura, certo, ho pensato di mollare, certo, ma vado avanti per due ragioni - spiega - perché è mio dovere di cittadino denunciare ed è mio dovere di giornalista difendere la libertà di informazione. Non sono un eroe, non mi sento un eroe, sto solo facendo il mio dovere». Rubio da anni si occupa di camorra «ma i guai sono iniziati da quando ho iniziato ad occuparmi di cose del mio territorio. Qui è tutto difficile sanno come vivi, con chi vivi, sanno come colpirti».

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Quello che sta succedendo nell'area a nord di Napoli tra Caivano, Arzano, Frattamaggiore è «una vera e propria escalation, una situazione estremamente allarmante». «È un alzare la testa e segnare il proprio territorio in una fase in cui c'è una faida interna che si trasporta dall'agguato di camorra avvenuto quattro mesi fa al Roxy Bar - spiega - da quel momento c'è stata una escalation, contemporaneamente mentre c'è la faida avvengono intimidazioni di tipo estorsivo». Dice che è un bene la riunione della Commissione antimafia così come la costituzione del Comitato di liberazione dalla camorra. «Un primo risultato lo abbiamo avuto a Caivano la tenenza dei carabinieri diventa compagnia perché alla fine il problema è questo, manca investire sulla sicurezza - sottolinea - le forze dell'ordine sul territorio sono poche, non si può avere il controllo del territorio sull'onda dell'emotività. Arzano prima era presidiata, poi l'emergenza di è spostata a Frattamaggiore ed ora da noi vediamo solo il clan».

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