Massimo Carandente e la sua compagna Sabrina Fina erano a capo di una vera e propria setta. Circa dieci persone, che si riunivano periodicamente e tra i quali c'era anche Giovanni Barreca, il muratore che ha ucciso la moglie Antonella Salomone e i figli Kevin ed Emanuel insieme alla coppia e alla figlia Miriam. Quei riti di "purificazione" dal demonio hanno un'origine proprio in quel gruppo che si trovava per pregare, guidato dal sedicente mental coach Carandente. E ora gli inquirenti non hanno più dubbi: il gruppo era formato da circa dieci persone, che verranno ascoltate nell'ambito delle indagini.
Il ruolo della setta
Come racconta il Corriere della Sera, il gip di Termini Imerese lo definisce «gruppo religioso» e ha parlato di una «una connotazione criminale più ampia». Tutti i membri erano probabilmente a conoscenza di ciò che accadeva nella casa di Altavilla Milicia dove si è consumata la strage. Ma qual è stato il loro ruolo? Pregavano semplicemente per la loro "liberazione" dal demonio o sapevano anche delle torture a cui venivano sottoposti la donna e i figli? Domande a cui le indagini avranno il compito di trovare una risposta.
I «fratelli di fede» raccontati dalla figlia Miriam
La prima ad aver parlato dei «fratelli di fede» è stata la primogenita di Barreca, la 17enne Miriam, in carcere per omicidio aggravato e soppressione di cadavere. E nell'ambito della ricostruzione del suo ruolo, gli investigatori hanno scoperto che la ragazza avrebbe mandato per giorni dei messaggi agli amici del fratello Kevin, fingendosi lui. Allontanando quindi i sospetti che in quella casa stesse succedendo qualcosa di terribile.
Il delirio e la richiesta di perizia psichiatrica
«Mia moglie non ce l’ha fatta, è stata vinta dal diavolo. Così come i miei figli.