Nuova social card da 460 euro, si amplia la platea: ecco chi può richiederla e cosa si può comprare

Verso il via libera al decreto che sblocca la nuova tessera erogata alle Poste. Saranno coinvolti in 1,4 milioni

Nuova social card da 460 euro, si amplia la platea: ecco chi può richiederla e come utilizzarla
Nuova social card da 460 euro, si amplia la platea: ecco chi può richiederla e come utilizzarla
di Giacomo Andreoli
Sabato 20 Aprile 2024, 21:47 - Ultimo agg. 22 Aprile, 10:09
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Arriva la nuova social card per la spesa e la benzina. Questa volta varrà direttamente 460 euro, senza accrediti in due fasi. Non solo: la platea si allarga, coinvolgendo fino a 1,4 milioni di persone meno abbienti (con Isee fino a 15mila euro). Saranno per l’esattezza tra le 50mila e le 100mila in più rispetto a quelle sostenute nel 2023.

Il decreto

Il decreto interministeriale, a cui lavorano soprattutto il ministero dell’Agricoltura e quello delle Imprese, è praticamente pronto.

Entro massimo metà maggio, quindi, vedrà ufficialmente la luce e poi potrà partire il meccanismo della creazione e la distribuzione delle nuove carte “Dedicata a te”. Ancora una volta il lavoro sarà affidato a Poste italiane. Le persone coinvolte non dovranno fare alcuna domanda. Come lo scorso anno saranno individuate dall'Inps sulla base della dichiarazioni dei redditi. Quindi saranno avvisate dai Comuni e potranno ritirare la carta direttamente all’ufficio postale a loro più vicino. Le operazioni si concluderanno non oltre luglio.

Cosa si può comprare

Al Masaf si stanno limando gli ultimi dettagli sulle risorse. Oltre ai 600 milioni stanziati nella legge di Bilancio si dovrebbero recuperare circa 50 milioni dai fondi non spesi lo scorso anno. Il contributo una tantum si potrà usare per comprare la maggior parte di cibi e bevande. La vecchia lista con 23 voci, dal pane e la pasta, alla carne e le uova, dovrebbe essere confermata. Sono esclusi: cibi in scatola, marmellate, farmaci e beni di prima necessità che non sono alimenti (come i prodotti per l’igiene personale e i detersivi). Oltre, ovviamente, ad alcool e bevande zuccherate. La card si potrà poi spendere senza limiti anche per acquistare carburante e abbonamenti del trasporto pubblico locale. Per utilizzarla bisognerà verificare che l'esercizio commerciale in cui ci si reca sia convenzionato. Il negozio potrà inoltre applicare uno sconto del 15% sui propri prodotti.

Chi resta escluso

Non ricevono la card tutti coloro che percepiscono già altri sussidi pubblici, come l’Assegno di inclusione, la Naspi, la Dis-Coll e l’indennità di mobilità. Dalla social card sono poi esclusi i single e le coppie senza figli. Per ottenerla, quindi, bisogna avere la residenza in Italia. Anche chi ha figli grandi (seppur minorenni, come i liceali) rischia poi di vedersi scavalcato nell'assegnazione da famiglie con bambini più piccoli. Hanno infatti la priorità i nuclei familiari con almeno tre componenti, di cui però almeno uno sotto i 14 anni. A parità di graduatoria, dunque, ha la precedenza la famiglia con il figlio a carico più piccolo. E ancora: come lo scorso anno potrebbe essere imposto il vincolo di un primo acquisto entro circa due mesi dall’arrivo della card. La data deve essere ancora stabilita. Altrimenti il sostegno decade e non può essere usato.

 

La finestra extra

Se ci saranno problemi, come accaduto nel 2023, verso fine anno potrebbe però essere aperta un’ulteriore finestra dedicata a chi non è riuscito a ritirare la carta o a effettuare in tempo la prima transazione. In ogni caso, comunque, il saldo residuo può essere controllato agli sportelli Atm di Poste Italiane. Critiche rispetto alla misura le opposizioni, che invitano il governo a fare molto di più per contrastare la povertà, soprattutto dopo la fine del Reddito di cittadinanza. «Questi 460 euro all’anno - dice Giovanni Paglia dell’Alleanza Verdi e Sinistra - fanno 1,26 euro al giorno. Sono appena uscito dal supermercato e per 250 grammi di pollo ho speso 3,42 euro. Parliamo di una misura destinata a famiglie che fanno fatica a pagare l’affitto e mettere insieme il pranzo con la cena. È molto più che insufficiente: si tratta di una presa in giro».

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