Niente vaccino anticovid in Gran Bretagna per chi soffre di allergie. La decisione dell’autorità nazionale di controllo sui farmaci (Mhra), presa in via precauzionale dopo che due operatori sanitari hanno avuto reazioni allergiche al vaccino Pfizer, ha creato non pochi dubbi tra chi deve fare i conti con qualche forma di allergia ma spera di poter fronteggiare il Sars Cov 2 con la protezione vaccinale in arrivo presto anche in Italia. E ulteriore allarme ha creato il furto di documenti legati al vaccino Pfizer-BioNtech in un cyber attacco contro l’agenzia europea del farmaco (Ema). «È importante sottolineare che né il sistema BioNtech né quello di Pfizer sono stati hackerati in relazione a questo incidente e che non abbiamo conoscenza dei dati personali che sarebbero stati violati», precisa la casa farmaceutica.
La questione delle malattie allergiche non è di poco conto.
Le reazioni allergiche ai vaccini sono rare e in particolare la forma grave, l’anafilassi, si verifica in meno di una persona su 100mila vaccinati. La questione delle possibili allergie ad alcuni eccipienti o stabilizzanti contenuti nei farmaci, del resto, non è nuova. «Tutti i vaccini possono dare reazioni allergiche - ribadisce Francesca Larese Filon, allergologa dell’università di Trieste - dipende dagli eccipienti, dalle sostanze che lo costituiscono, da come è stato prodotto. Quindi non ci stupisce che due persone in Gran Bretagna abbiano avuto reazioni allergiche. Si tratta di capire quanto siano frequenti e verso che tipo di prodotto si formano queste reazioni. In genere, si tratta di eventi rari. In ogni caso è bene che le vaccinazioni vengano fatte in ambiente medico, dove i pazienti attendono 15 -20 minuti, e così si può valutare l’eventuale insorgenza di reazioni allergiche».
Niente paura, dunque, per chi si vaccinerà. «Non si sta parlando delle comunissime allergie verso acari o verso sostanze ambientali, ma di forme più rare che riguardano o alimenti o farmaci, quindi molecole meno frequenti - ribadisce Enrico Maggi, past president della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica e professore onorario di medicina interna dell’Università di Firenze - In questo caso si tratta di sensibilizzazioni minimali verso allergeni minori. È bene ricordare che qualunque vaccino può dare questo tipo di problemi che sono comunque risolvibili». Per evitare sorprese è bene dunque non sottovalutare il reale stato di salute della persona che si sottopone al vaccino. Poi spetterà al medico curante o all’allergologo decidere come effettuare la vaccinazione nei soggetti a rischio. «La difficoltà potrebbe essere quella di fare un’anamnesi precisa sulle sensibilizzazioni che il paziente può avere - ribadisce Maggi - Allora, in quel caso, conviene effettuare una premedicazione. Qualunque medico, infatti, è in grado di mettere in atto contromisure che servono per risolvere il problema delle eventuali reazioni allergiche».