«Francesco come Pietro, coraggio!». In piazza un grande cartello viene issato sulla testa di migliaia di persone che stavolta hanno gli occhi incollati non tanto sulla finestra del Palazzo Apostolico, come avviene solitamente la domenica, ma sui due maxischermi che trasmettono l'Angelus dalla cappella interna dell'hotel Santa Marta. E' da lì che l'86nne pontefice, affetto da una brutta coda influenzale, tiene la solita preghiera mariana e la riflessione sul Vangelo della giornata.
«Oggi non posso affacciarmi dalla finestra perche ho questo problema di infiammazione ai polmoni, e a leggere la riflessione sarà monsignor Paolo Braida, perche e lui che le scrive e le fa molto bene».
La tv vaticana evita di fare primi piani al Papa e distoglie subito l'inquadratura quando sta per tossire. Fuori, sulla piazza, la folla segue attenta, radunata attorno all'obelisco dove è appena stato issato il gigantesco abete di Natale proveniente dal Piemonte.
Braida esegue la lettura e anche il post Angelus, riguardante i temi della pace in Ucraina e in Israele. «Oggi ringraziamo per la tregua e perchè sono stati liberati alcuni ostaggi. Preghiamo che lo siano presto tutti e che entrino a Gaza più aiuti umanitari e si insista nel dialogo, unica via per avere la pace. Chi non vuole dialogare non vuole la pace» dice Braida, prestando la propria voce a quella del Papa. Subito dopo sottolinea il conflitto ucraino rammentando l'anniversario dell'Holodomor, il genocidio che sotto Stalin causò due milioni di morti ucraini per fame: «una lacerante ferita resa ancora più dolorosa» dai fatti odierni. Una pagina storica che ancora oggi la Russia nega.
Infine il Papa lancia un appello per la Cop28 e l'emergenza climatica, annunciando che la prossima settimana sarà negli Emirati Arabi. «A tutti auguro buona domenica, buon pranzo e non dimenticate di pregare per me».