Salerno, inchiesta sulla movida: a processo Enzo Bove, soci e prestanome

La prima udienza per il re della movida di Salerno si terrà a giugno: i locali sotto sequestro continuano a lavorare

Uno die locali sequestrati: il ristorante Porca Vacca
Uno die locali sequestrati: il ristorante Porca Vacca
di Angela Trocini
Giovedì 25 Aprile 2024, 06:10
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Finiscono sotto processo l’imprenditore, Enzo Bove e i soci più stretti, anche loro imprenditori nel settore della ristorazione e locali pubblici della movida, ma anche coloro i quali sono stati ritenuti quali prestanome di varie attività (di fatto gestite dal gruppo imprenditoriale) e alcuni professionisti, come commercialisti, coinvolti a vario titolo nell’inchiesta giudiziaria sul presunto riciclaggio nel mondo del by night. In tutto sono 24 gli imputati rinviati a giudizio dal gup Giandomenico D’Agostino che ha fissato l’inizio del dibattimento, davanti alla prima sezione penale (collegio presieduto dal giudice Diograzia) del Tribunale di Salerno, al prossimo 10 giugno. Contestualmente al dispositivo di rinvio a giudizio, il gup ha accolto i tre patteggiamenti proposti: un anno per Renato Iuliano (difeso dall’avvocato Gaetano Falciani) mentre per Carmine Iuliano e Francesco Cascella (difesi, rispettivamente dagli avvocati Falciani e Giuseppe Fedele) dieci mesi e venti giorni ciascuno (pena sospesa per tutti). 
IL BLITZ
Il blitz, scaturito dalle indagini della Guardia di Finanza di Salerno coordinate dalla locale procura, portò lo scorso mese di febbraio all’arresto di 6 persone (finite ai domiciliari): tra loro anche il re della movida, Enzo Bove (difeso dall’avvocato Michele Tedesco), Mimmo Zeno (altro nome storico della ristorazione campana, difeso dagli avvocati Giovanni Chiarito e Francesco Rizzo), Carmine Del Regno che oltre alla ristorazione è noto quale imprenditore nel settore delle carni e Massimo Sileo (difeso dagli avvocati Agostino De Caro ed Antonio Ciliberti). Per gli inquirenti, il gruppo di imprenditori composto da Bove, Zeno, Sileo e Del Regno, con l’aiuto professionale dei commercialisti Antonio Libretti e Donato Pasqualucci (entrambi momentaneamente interdetti a svolgere la professione) avrebbero intestato fittiziamente le società che controllavano bar, ristoranti e supermercati a prestanome per eludere i controlli patrimoniali. Inoltre, sempre secondo le accuse, tra le società che gestivano i locali c’erano flussi di denaro che servivano a mascherare i guadagni. E in alcuni casi, per facilitare la circolazione di contanti, esistevano società differenti che in qualche modo risultavano gestori di uno stesso locale. La procura ha contestato accuse che vanno dall’associazione a delinquere al trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, truffa ai danni dello Stato, violazione degli obblighi di comunicazione previsti dal codice antimafia: ipotesi di reato che ora dovranno essere vagliate in dibattimento dove i giudici avranno modo di prendere visione anche di consulenze e testi a discarico che le difese presenteranno all’attenzione del tribunale. Del resto lo stesso Bove ha sempre rivendicato la titolarità dei suoi locali, da lui pubblicizzati anche sui social, a dimostrazione dell'inesistenza delle presunte intestazioni fittizie contrariamente alle accuse che individuano in lui e in Zeno i "dominus" del sistema (nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, anche gli avvocati Giovanni e Benedetta Falci, Gaetano Pastore, Vincenzo Faiella, Valentina Restaino, Eva Milone, Lorenzo Spadafora, Giovanni Sarnataro).


LE ATTIVITÀ
A febbraio scorso, contestualmente al blitz, furono sequestrate 11 attività commerciali (che hanno continuato a funzionare sotto un amministratore giudiziario) sia a Roma che a Salerno: dal bar 089 ai ristoranti Porca Vacca (sia a Salerno in via Mobilio che a Casoria); il Non ti pago (in via De Filippo a Salerno) e l’Osteria di Porca Vacca su corso Vittorio Emanuele sempre a Salerno. Nello specifico le società coinvolte nell’inchiesta giudiziaria sono quelle che gestiscono i bar della catena 089 (due a Salerno, in via Roma e corso Vittorio Emanuele, e due a Roma a piazza Sant’Eustachio e via Momentana), oltre quelle della ristorazione già citate e Gli Impastati, ma anche attività commerciali gastronomiche (come Gustoso e Il Pastificio su corso Vittorio Emanuele) e Meda Carni, società già in liquidazione giudiziale in via San Leonardo.

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