Ryuchi Sakamoto non ce l’ha fatta. A nove anni di distanza dall’annuncio della malattia, il leggendario compositore e musicista giapponese è morto. Aveva 71 anni. A riferirlo sono le principali agenzie di stampa giapponesi e la notizia sta già facendo il giro del mondo.
Sakamoto, chi era
L’estate scorsa aveva scioccato tutti annunciando di essere affetto da un tumore esteso a entrambi i polmoni, difficile da debellare.
LA CARRIERA
Sakamoto aveva una lunghissima storia musicale cominciata, quando era ancora giovanissimo negli anni 80, con la Yellow magic orchestra, formazione pioniera nell'uso di sintetizzatori, computer, drum machine e primo deciso tentativo di aprire la musica giapponese. Strada, questa, che Ryuichi aveva sempre seguito in ogni sua avventura. E le avventure musicali sono state tante, passando dai territori del rock, della dance music, approdando sui lidi morbidi della bossa nova (tra l'altro ha realizzato un sofisticatissimo omaggio a Antonio Carlos Jobim), e anche come autore di colonne sonore cinematografiche, il preferito da Bernardo Bertolucci (per il cineasta aveva composto, oltre a L’ultimo imperatore, anche Il te nel deserto), dimostrando la sua inclinazione per le melodie di stampo occidentale. Il musicista e compositore giapponese aveva fatto anche l'attore nel film “Furyo”, per il quale aveva anche scritto la musica, compreso uno dei suoi pezzi più celebri, “Forbidden Colours”, e ad un certo punto si era dilettato perfino a comporre suonerie per i telefonini.