Nick Cave: «Ascolto Dylan
come fosse l'ultima volta»

Bob Dylan e Nick Cave
Bob Dylan e Nick Cave
di Federico Vacalebre
Mercoledì 8 Aprile 2020, 22:59 - Ultimo agg. 23:30
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Anche in questi giorni, come di sua recente abitudine, Nick Cave colloquia con i fan sul web, dal suo sito, The Red Hand Files, dal titolo di un suo brano.
Da più parti gli è stato chiesto che cosa pensasse dell’ultima, fluviale, canzone-evento di Bob Dylan, ed ecco la risposta del rocker australiano:
«Cari Douglas, David, Emilia e Annie, molte altre persone mi hanno interpellato su “Murder most foul” e l’interesse è giustificabile. E’ una canzone che ti perplime, ma bella e, come molte persone, ne sono stato estremamente commosso. Al cuore dei suoi 17 epici minuti c’è un terribile evento, l’assassinio di JFK — un oscuro vortice che sembra risucchiare tutto dentro di esso, come fece negli Stati Uniti nel 1963. Intorno al dramma Dylan tesse una litania di cose amate che attraversa l’oscurità, come una liberazione». Cave interpreta il brano come un mantra, «un’implacabile cascata di riferimenti a canzoni» che parlano del «potenziale umano di creare cose belle» di fronte alla stessa capacità di crearne di violente, malvage. «Murder most foul» «ci ricorda che non tutto è perduto, diventa un’ancora di salvezza gettata nella nostra situazione attuale».
«L’arrangiamento è senza forma, fluido e splendente. Liricamente ha la perversa audacia e giocosità di molte canzoni di Dylan, ma dietro c’è qualcosa di straordinariamente confortante... E’ come se arrivasse da una lontana distanza, come se avesse viaggiato nel tempo guadagnando in integrità e statura, lenendo le nostre ferite come una ninnananna, un canto, una preghiera. Mi auguro che questa non sia l’ultima canzone di Bob Dylan, ma forse è bene trattare tutte le canzoni e tutte le esperienze che facciamo con l’attenzione e la riverenza che riserviamo alle ultime cose». 
Non solo pensando al coronavirus, l’ex Birthday Party suggerisce di apprezzare «l’ora e adesso», l’hic et nunc di oraziana memoria: «È un modo fecondo di vivere e apprezzare il presente, assaporandolo come se fosse l’ultima volta. Bere un drink con un amico come se fosse l’ultima volta, mangiare con la vostra famiglia come se non fosse l’ultima volta, leggere una favola ai vostri figli come se fosse l’ultima volta e, appunto, sedere in cucina e ascoltare una nuova canzone di Bob Dylan come se fosse l’ultima volta. Questo permeerà tutto quello che facciamo di grande significato, mettendoci di fronte al presente, mentre il nostro incerto futuro è momentaneamente bloccato».

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