Matteo Berrettini non aveva brillato all’esordio contro il qualificato Jarry e non aveva convinto contro il lucky loser Grenier ma, costretto ad alzare il volume in tutti settori del gioco contro l’ex Fab Four, Andy Murray, ha offerto una prova importante, gestendo il baronetto scozzese almeno fino 6-4 6-4, quand’ha chiuso virtualmente il match. Ma, appena è calato di intensità e di attenzione e non ha concretizzato 8 palle break, è stato punito con la perdita del tie-break (alla fine il bilancio è 3/13), ha rimesso clamorosamente in partita il famoso avversario e ha rischiato la beffa. Ma è stato bravo e anche fortunato, e alla fine ha chiuso per 6-3 dopo 3 ore 48 minuti, qualificandosi al quarto turno degli US Open sul cemento di New York, contro Davidovich Fokina. Col quale è 0-1 nei precedenti ma sulla terra di Montecarlo.
SUPERIORITÀ
Il numero 1 del Rinascimento azzurro e del Dream Team che il 13-18 settembre comincerà la scalata alla coppa Davis, è stato freddo nella tattica, attento nell’esecuzione, bravo nel micidiale uno-due servizio-dritto. L’allievo di Vincenzo Santopadre, supportato dal tecnico Fit Umberto Rianna, ha gestito il primo set privilegiando la varietà, cioé tagli ed effetti continui per non dare punti riferimento al famoso maestro del gioco da fondocampo di là del net, per poi affondare prima possibile, di potenza, anche con l’aiuto di 9 ace. Accelerando al massimo gli scambi, il romano, sceso al numero 14 del mondo per gli infortuni e poi anche il Covid che l’ha stoppato alla vigilia di Wimbledon ma virtualmente “top ten”, ha chiuso il primo set in 47 minuti.
Poi ha restituito subito il break d’acchito del secondo set ma se l’è ripreso con grande autorità e sapienza nel nono game quand’ha costretto Murray al doppio fallo-suicidio, proprio come nel primo set per il break del 4-3, e del 6-4.
RIPARTENZA
Matteo ha saputo reagire anche al break d’inizio quarto set, recuperando subito l’1-1, con l’aiuto di errori insoliti alla volée di Murray ma anche grazie alla risposta. E, una volta strappato il 5-3 con altri errori proprio col colpo migliore, il rovescio, di un avversario sempre più sulle gambe e scoraggiato, ha chiuso con 47 vincenti (15 ace) e il 76% di punti con la prima. «Purtroppo mi è già successo anche in passato di non essere offensivo in certi momenti importanti, il mio allenatore me lo rimprovera sempre, la prossima volta prometto di essere più coraggioso. La partita si è riaperta, ma sentivo di avere avuto io le occasioni».