Ancora per 2 giorni, la Claret Jug, il trofeo che dal 1872 spetta al vincitore, sarà sicuramente nelle sue mani. Poi si vedrà… Il pubblico gli vuole bene. Ovunque per lui applausi e cori con il suo nome scandito sulle note dell’Inno italiano e di Volare. «Ora che ho superato il taglio e che ho chiuso con tutti gli impegni istituzionali che coinvolgono il campione in carica, posso giocare con maggiore tranquillità – dice -. Già oggi ero più rilassato rispetto a ieri. Con il mio caddy ci siamo detti proprio questo, prima di scendere in campo: giochiamo, divertiamoci e vediamo quello che succede. Posso avere qualche rimpianto per i 3 putt alla 12, ma per il resto non ho molto da rimproverarmi».
Festeggia anche Nino Bertasio, il portacolori di Gardagolf che, qualificatosi in extremis, ha chiuso anche lui a +1, garantendosi il weekend e un’esperienza che solo qualche giorno era semplicemente un sogno. Purtroppo si chiude qui l’avventura di Andrea Pavan. Il giocatore romano è incappato in una giornata no: +7 il suo score finale e ritorno a casa anticipato.
In testa al 148 Open Championship ci sono l’americano JB Holmes e l’irlandese Shane Lowry a -8. Alle loro spalle, a -7, un ottimo Tommy Fleetwood e l’immarcescibile Lee Westwood, ancora alla ricerca del primo major, lui che ha vinto in lungo in largo ed è stato anche numero uno del mondo. Chissà che questa non sia la volta buona: storia e carriera lo meriterebbero. Occhio, però anche a Justin Rose (-6) e ai due americani d’assalto Bruce Koepka e Jordan Spieth: a – 5 posso dire la loro, eccome.
Purtroppo, l’Open ha visto anche il congedo, oltre a Phil Mickelson, Bryson Dechambeau e Adam Scott, di due attesissimi protagonisti: Tiger Woods e Rory McIlroy. Tiger ci ha provato in tutti i modi a scrollarsi di dosso il pesante 78 di ieri. E’ partito subito forte con un birdie alla 1, poi il bis alla 6 vanificato dal bogey alla 7 e altri due birdie alla 10 e alla 11. Il -3 temporaneo aveva acceso molte speranze che, però, si sono spente con i due bogey alla 17 e alla 18. Una cocente delusione per un giocatore fenomenale che però deve fare i conti con problemi fisici seri. Diverso il discorso per McIlroy, l’idolo di casa che vuole interrompere il digiuno di major che dura dal 2014. Rory ha pagato carissimo l’8 alla prima buca del primo giro. Oggi è stato magnifico, incoraggiato senza soste dal pubblico. Ha messo a segno ben 7 birdie a fronte di un solo bogey. Un birdie alla 18 gli avrebbe permesso di giocare nel week end ma il suo secondo colpo non ha avuto fortuna, rotolando fuori green. Il par ha bloccato il suo score totale a +2. Non poteva bastare e non è bastato. La lotta per la Claret Jug non riguarda più lui.