Insigne, Napoli in lacrime sul web:
«Giusto salutare il figlio della città»

Insigne, Napoli in lacrime sul web: «Giusto salutare il figlio della città»
di Delia Paciello
Lunedì 16 Maggio 2022, 15:00 - Ultimo agg. 17 Maggio, 07:15
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Emozioni forti allo stadio Maradona che forse hanno fatto passare in secondo piano anche i tre gol e la vittoria col Genoa. Perché l’ultima stagionale del Napoli in casa è stata la festa di Insigne, con uno stadio pronto a salutarlo dopo le tante avventure vissute insieme. Pianti, commozione… questa la reazione dei napoletani per un addio a quella maglia numero 24 che, nonostante l’amore tormentato, resterà nel cuore di tanti. Ma il legame viscerale con la città c'è e resterà, e per questo per molti è solo un arrivederci. E così il web trasborda di poesie strappalacrime dedicate al capitano, frasi di affetto e ad effetto; e tanta malinconia.

Una minoranza però ha visto eccessivo il saluto organizzato dalla società: «Mi sembra una pacchianata»; «Gli hanno consegnato lo scudetto dei bilanci vinto in questi anni»; «Hanno lasciato andare via Hamsik senza dire nulla, ora tutto sto poco per Insigne», scrive qualcuno. Difficile però non lasciarsi trasportare dalle emozioni ricordando la lunga storia di un piccoletto napoletano diventato grande con quella maglia azzurra. Qualche volta un po’ fuori dalle righe, qualche volta attaccato, altre volte troppo passionale, altre volte ancora troppo nervoso ma che sicuramente ha dato l’anima per la sua squadra: e questo Napoli non lo dimentica, al di là di tutto. 

 

«I napoletani non vengono mai riconosciuti nella loro casa: è stato bene dare onore a questo ragazzo», sottolinea qualcuno. Per altri invece resta «il cafoncello di Frattamaggiore», quello che sbaglia i congiuntivi e dovrebbe fare lezione di dizione: «Ha fatto la cafonata leggendo la sua lettera». E così da un eccesso all’altro volano i napoletani fino alla fine della sua avventura. Eppure sono tanti quelli che vorrebbero sentire un po’di accento del Sud anche nelle tv nazionali, dove il milanese la fa da padrone e si percepiscono tante cadenze che provengono da Roma in su: «Quelli che restano scandalizzati per il modo di parlare di Lorenzo sono gli stessi che se vanno fuori città parlano milanese»; «È così bello lasciar sentire ovunque le proprie origini»; «Ora lo vogliono professore: sto ragazzo gioca a calcio e finché lo fa bene può parlare come vuole», sono le voci sui social.

Ma per le piazze virtuali c’è anche chi, durante la cerimonia, non ha potuto fare a meno di notare il look del vicepresidente: «Inquietante»; «Ma che si è combinato? Sembra un becchino»; «Ma si è messo una treccia di mozzarella in testa?»; «Cos’e pazz’», sono solo alcuni dei commenti rivolti ad Edo De Laurentiis, che ha catturato un po’ la scena e l’attenzione con la nuova pettinatura.

Attenzione che invece non è stata rivolta a Ghoulam. Quasi passata inosservata, messa in ombra dalla celebrazione del capitano, una partenza significativa come quella di Faouzi, un professionista che ha dato tanto alla causa azzurra, senza risparmiarsi mai; uno dei terzini più grandi degli ultimi tempi fino a prima dei suoi infortuni, che hanno definitivamente cambiato la sua sorte. Eppure un uomo squadra con un grande, grandissimo cuore che chi ha conosciuto non dimenticherà. «Solo Koulibaly camminava con lui a fine gara, cercando l’attenzione di qualche tifoso: Faouzi meritava di più», scrive qualcuno. «Una vergogna che la società non abbia fatto attenzione per uno di quei giocatori che ha sempre fatto il suo dovere in campo, sempre stato al suo posto, educato e rispettoso. Un riferimento importante nello spogliatoio dal 2014 ad oggi», affonda qualcun altro. 

Ma col mercato aperto e il futuro di molti in bilico diventa complicato fare i saluti ora a tutti coloro che partiranno. Però stavolta almeno l'algerino ha potuto calcare un'ultima volta  il campo davanti ai suoi tifosi, cosa che non fu concessa a un altro amato professionista come Maggio. Cosa che tanti ancora recriminano a Sarri.

E la festa arriva puntuale anche per mettere a tacere le contestazioni per una strana stagione in cui si è sognato lo scudetto dopo che a settembre scorso in tanti avrebbero firmato per un terzo posto. Ma stavolta il sogno è sembrato così alla portata che l’ira quando è sfumato è stata troppa. E così dagli striscioni che sono comparsi negli ultimi giorni contro la società e contro l’allenatore ad oggi, dove ci si commuove per un addio che unisce i tifosi e fa dimenticare la rabbia.

Anche il tiro dal dischetto sbagliato e poi ripetuto è sembrato un modo per osannare ancora il capitano. «L’arbitro glielo ha fatto ripetere perché tanto avrebbe comunque assegnato il gol di Di Lorenzo e gli ha fatto pena Insigne, che avrebbe lasciato la sua città con l’ennesimo rigore sbagliato», commentano sul web. E così con l’emozione che faceva tremare anche la voce di Decibel, tutto lo stadio ha urlato ancora il suo nome. Un tris aperto dal gol di Osimhen e chiuso con quello di Lobotka, entrato in gran forma nel finale. E ancora una volta con Ospina porta inviolata, nonostante il Genoa avesse provato a fare quel che poteva per ottenere qualche punto importante per la lotta retrocessione. 

 

«Cari salernitani, come sempre noi abbiamo fatto il massimo dandovi anche una mano per un risultato che, ai fini della classifica, a noi non serve. Ricordatevelo quando pronunciate parole di odio contro di noi», ricorda qualche napoletano. E altri aggiungono: «Sarebbe bellissimo far salire anche il Benevento, così da avere tre squadre campane in A.

Bisogna unirsi invece di fare lotta fra vicini. Siamo poche noi squadre del Sud e bisogna che ci diamo una mano».

Una giornata di sport che dà largo alle emozioni, quelle belle che finalmente tornano prepotenti anche al Maradona, lì dove tante volte si è pianto, sì, ma di dispiacere per le troppe partite perse banalmente. E invece ora lacrime cariche di commozione per una storia di bei sentimenti, di onore, affetto, rispetto, amore, resterà scritta nei cuori dei tifosi. Aspettando di chiudere in bellezza con lo Spezia.

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