Chissà quante volte Victor Osimhen avrà ascoltato quel racconto: il gol di Koulibaly in casa della Juve il 22 aprile del 2018, i bianconeri quasi raggiunti (un punto di svantaggio a quattro giornate dalla fine) ma poi arrivarono Inter-Juve e lo scudetto perso nell'albergo di Firenze. Victor era la riserva di una squadra tedesca, il Wolfsburg, mentre il Napoli del Comandante Sarri lottava per conquistare il Palazzo. Rude, il Comandante: arrivando allo stadio, quella domenica, mostrò dal pullman l'indice ai tifosi bianconeri che lo insultavano. Quelli che, poco più di un anno dopo, sarebbero diventati - per una sola stagione, chiusa con uno scudetto e un esonero dopo l'eliminazione dalla Champions - i suoi tifosi. Maurizio nelle conferenze stampa a Castel Volturno diceva che mai sarebbe andato alla Juve e poi andò a sedere su quella panchina e ad allenare Ronaldo: ma questa è un'altra storia.
Il Napoli di Spalletti non vive più di speranze, come quello di Sarri. Ha in pugno da tempo lo scudetto 2023.
Sarri avrebbe voluto fare una rivoluzione e quasi vi riuscì, arrivando secondo col record dei 91 punti. Se Spalletti vincesse le ultime 8, salirebbe più su, a quota 99. Ma i record lasciano il tempo che trovano: conta il tricolore che presto il Napoli cucirà sulle proprie maglie. Ragazzi, fate presto se potete.