Un lungo stop. Ma è meno grave del previsto, non prevede tempi biblici e sopratutto suggerisce al Napoli una politica attendista. Mathias Olivera sarà comunque costretto ai box per circa due mesi. L'infortunio al ginocchio sinistro subito sabato sera a Bergamo, nel primo tempo del match con l'Atalanta, impone circa 60 giorni di degenza per il cursore di fascia azzurro e della nazionale uruguaiana.
Ieri mattina, Olivera è stato accompagnato a Villa Stuart a Roma per un consulto con il prof Mariani, sottoponendosi anche a controlli specifici per stabilire la diagnosi dell'infortunio. «Gli esami clinici e strumentali hanno evidenziato una lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro», questo il bollettino medico sul conto di Olivera, pubblicato sul sito ufficiale del club azzurro.
Il Napoli comunque non sembra intenzionato ad attingere al mercato degli svincolati. Sarebbe un rischio troppo alto affidarsi ad un giocatore fermo almeno da giugno scorso con una condizione fisica certamente deficitaria e senza la partita (e la benzina) nelle gambe. Meglio aspettare e sperare che il recupero di Olivera e Mario Rui sia meno lungo del cronoprogramma fissato in questi casi dagli standard medici.
Intanto, però, bisogna trovare un'alternativa (anche più di una) per tamponare la falla che si è venuta a creare sulla catena mancina. Il tutto con un tour de force che è appena cominciato per il Napoli e che vedrà gli azzurri impegnati ogni tre giorni fino a metà dicembre tra campionato e Champions League. Mazzarri ha già fatto capire che intende affidarsi a Juan Jesus come soluzione tampone. Già a Bergamo, infatti, il difensore brasiliano ha preso il posto di Olivera dopo l'infortunio adattandosi sulla fascia sinistra. E così sarà anche mercoledì prossimo al Bernabeu contro il Real Madrid. Juan Jesus e non solo. Mazzarri eventualmente potrebbe anche prendre in considerazione l'ipotesi alternativa di dirottare Di Lorenzo sull'out mancino e schierare il giovane Zanoli sulla corsia di destra.