Osimhen si racconta: «Queste emozioni a Napoli resteranno uniche»

«Questi tifosi sono elettrizzanti, ho visto molti campioni piangere »

Victor Osimhen
Victor Osimhen
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Mercoledì 24 Aprile 2024, 07:09 - Ultimo agg. 25 Aprile, 09:01
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Victor Osimhen non si cosparge il capo di cenere. Né in pubblico né in privato. Mister 120 milioni di euro, l’uomo che guadagna 12 milioni all’anno ed è un passo dal Psg, non si sente nel mirino nonostante la stagione horror. Ascolta da settimane le prediche di Francesco Calzona ma in questa annata, tranne poche domeniche, è stato spesso l’ombra del capocannoniere della scorsa serie A. Ha parlato al canale social del Napoli. E per certi versi, sembra preparare il suo addio: «Capisco perché alcune leggende del passato hanno pianto nel momento in cui se ne sono andate da Napoli, perché è una emozione fuori dal comune giocare nel stadio Maradona e sentire urlare il tuo nome dal primo minuto al novantesimo». 

Piangerà anche lui, insomma. Aurelio De Laurentiis non fa nomi, ma è chiaro che pensa anche a lui quando racconta ai suoi fedelissimi la sua delusione per i rendimenti troppo inferiori a quelli dell’anno dello scudetto, della sua vecchia guardia. Ed è ovvio, Osimhen ha raccontato il suo mondo dorato, non certo le spine di una stagione da incubo. «Sono quel tipo di persona che non si arrende mai, in qualsiasi circostanza mi trovo. Cerco sempre di impegnarmi al massimo raggiungere ciò che mi sono prefissato». Ha sfiorato il trasferimento in Arabia, ma a quel “duecentino” richiesto da De Laurentiis, il fondo Pif non si spinse. Si fermò, si dice, a 140 milioni.

Ma da allora, tutto è cambiato. «Ricordo Koulibaly che mi ha raccontato l’atmosfera dello stadio, di quando fai gol e i tifosi gridano il tuo nome come succedeva per Cavani e Higuain quando facevano lo stesso. Segnare al Maradona è stato come un sogno che diventa realtà perché giocare sullo stesso tempo in cui ha giocato il calciatore più grande di tutti i tempi, Maradona è stato un grande privilegio e mi sento molto onorato». Sono le frasi perfette per fare pace con una tifoseria sul piede di guerra, che a Empoli ha convocato prima Di Lorenzo e poi tutti gli altri, Osi compreso, per urlare in faccia la loro delusione.

Rinnovarlo solo a dicembre è stato un altro dei guai combinati dal Napoli. Il suo contratto è stato una specie di calvario, con circa una quindicina di incontri. «I tifosi del Napoli sono assolutamente incredibili. Quando devo cercare una parola per descriverli resto senza parole perché sono assolutamente travolgenti. Una città così grande che prende il calcio così seriamente e il modo in cui i tifosi supportano la squadra è veramente da non credere. Tutto lo stadio è sempre elettrizzante, ogni giocatore ha la pelle d’oca e quando segniamo è fantastico, l’intero stadio si capovolge. Sono tra i migliori tifosi al mondo per come supportano la loro squadra e per come vivono la vita di tutti i giorni assicurandosi che l’identità di questo club sia connessa ad essi. Per me è una sensazione fantastica, in alcuni club è la storia che crea l’identità, a Napoli sono i tifosi che rendono la squadra ciò che è. Il modo in cui tifano la squadra ed ogni giocatore è davvero incredibili. È straordinario, questi fans sono fantastici». 

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