Cappuccini e food, salasso nel Sannio: incubo inflazione

Provincia «al top» nel ranking nazionale: una pizza costa in media quanto a Roma

L'interno di un supermercato
L'interno di un supermercato
di Domenico Zampelli
Lunedì 6 Maggio 2024, 00:00
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Il cappuccino più caro del Mezzogiorno? A Benevento. Il pasto al fast food più salato? Sempre a Benevento. La carta da cucina più costosa? Ancora a Benevento. Con in più diversi primati regionali: nella provincia delle streghe, in particolare, la pizza costa più che a Napoli. Il report sviluppato per il mese di marzo dall’Osservatorio prezzi e tariffe del Ministero Imprese e Made in Italy consente di comprendere come mai l’inflazione sannita sia, da ormai un anno, ai vertici in Italia. Appare chiara la tenaglia che sta stritolando il tessuto socioeconomico locale: da una parte un «costo di residenza» per le famiglie fra i più alti a livello nazionale, dall’altra il reddito più basso fra i capoluoghi e le province campane, con il Fortore tra gli ultimi territori del Paese. Una situazione che dovrebbe richiamare l’intervento del Garante per la sorveglianza dei prezzi.

L’ANALISI

L’Osservatorio Prezzi e Tariffe del Mimit diffonde periodicamente le informazioni sui livelli dei prezzi per un paniere di beni e servizi di largo consumo, elaborati dall’Istat sulla base dei dati utilizzati per l’Indagine sui prezzi al consumo.

Beni e servizi del paniere vengono classificati in sei tipologie, suddivise su base provinciale: ortofrutta, alimentari, cura della persona e della casa, servizi, energetici (intesi come carburanti) e prodotti ittici. I dati vengono raccolti sia attraverso gli Uffici comunali di statistica (Ucs) che mediante l’analisi degli scanner data (i lettori dei codici a barre) per quanto riguarda in particolare beni alimentari lavorati e i prodotti per la cura della casa e della persona (cosiddetti «grocery»).

I DATI

Un primato, quello di Benevento, che parte dalla mattina, dall’appuntamento con il cappuccino al bar. In questo caso, il primato è condiviso a livello regionale, con un prezzo medio di 1,73 euro, sugli stessi livelli di Avellino o Napoli, ma è sorprendentemente più caro rispetto a Roma (1,27), Firenze (1,40), Milano (1,55) e addirittura Venezia (1,67). Stesso discorso se a pranzo si decide di mangiare al fast food: un pasto medio costa nel Sannio 9,3 euro quanto a Roma o Venezia, laddove a Napoli ne bastano 8 e a Milano 9. Se si opta per la pizzeria, si spendono in media 11 euro quanto a Roma, poco meno di Milano o Venezia, ma più che a Napoli, dove ne bastano 9. Un settore, quello della ristorazione, che vede da mesi Benevento ai vertici nazionali per l’incremento dei prezzi. Risultati alimentati (è proprio il caso) da componenti che a loro volta sono ai vertici: le patate surgelate o il petto di pollo costano la metà rispetto a Venezia, ma si tratta comunque degli importi più alti in Campania. Se invece si prende in considerazione un comune rotolo di carta da cucina, una confezione a Benevento costa 4,3 euro: non solo il dato più alto in Campania, ma anche il doppio rispetto a Venezia, Firenze, Roma o Milano. Primato regionale anche per il prosciutto crudo, che a Benevento costa 30 euro al chilo. Costi alti, quindi, ma è altrettanto vero che i fitti pagati a Benevento non sono certo quelli delle grandi città, fattore questo che ha la sua forte incidenza nel prezzo finale. Peraltro, mettendo da parte l’alimentazione e passando ad altri aspetti della vita quotidiana, è da paura anche il conto presentato dal coiffeur, che fa barba e capelli nel senso pieno del termine: oltre 21 euro di media, sugli stessi livelli di Milano, Firenze o Venezia, poco più di Bologna (20 euro), abbastanza più di Napoli o Roma (che si attestano a 17 euro). Ce n’è abbastanza, insomma, per controllare cosa c’è che non va e che continua a penalizzare la già boccheggiante economia sannita. Pane per il Garante dei prezzi, che ha fra i suoi compiti istituzionali proprio le indagini conoscitive finalizzate a verificare l’andamento dei prezzi di determinati prodotti e servizi, con in più la possibilità della costituzione di una Commissione di allerta rapida di sorveglianza dei prezzi. La finalità è quella di verificare i livelli di prezzo dei beni e dei servizi di largo consumo corrispondenti al corretto e normale andamento del mercato, nonché richiedere alle imprese d alle associazioni di categoria i dati, notizie ed elementi specifici sulle motivazioni che hanno determinato le variazioni di prezzo.

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