Estorsioni con il caimano:
16 condanne per il clan di Cesa

Estorsioni con il caimano: 16 condanne per il clan di Cesa
Estorsioni con il caimano: ​16 condanne per il clan di Cesa
di Marilù Musto
Sabato 10 Giugno 2017, 06:20 - Ultimo agg. 11:56
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Cesa. E' conosciuto a Cesa come Tonino «il caimano», ma all'anagrafe è Antonio Cristofaro.  Venne arrestato il 18 settembre 2009 e all'epoca uscì fuori una vecchia storia che girava sul suo conto: per convincere gli imprenditori a pagare il pizzo o ad assecondare le sue richieste, li intimoriva con un coccodrillo che aveva in bella mostra sul terrazzo di casa, all’ultimo piano di un normale condominio di Orta di Atella. Quando le forze dell'ordine fecero irruzione nel suo appartamento trovarono il caimano lì, chiuso in gabbia. Era tutto vero. Qualche giorno fa, Antonio Cristofaro è stato condannato a 16 anni di reclusione. E dai 16 ai 6 anni di reclusione spaziano le condanne del giudice del tribunale di Napoli emesse nei confronti dei vertici del cartello criminale Caterino e dei Ferriero. La camorra a Cesa è morta, sepolta. Con l’inchiesta del pubblico ministero della Dda Fabrizio Vanorio e le condanne del giudice Egle Pilla, si può definitivamente mettere una pietra sopra ad anni di terrore e paura per gli imprenditori presi di mira dal clan. Sperando che in seguito non ne spuntino altri. Un imprenditore edile, in particolare, di Gricignano di Aversa, aveva denunciato le estorsioni agli inquirenti. Così, due giorni fa, Amedeo Caterino è stato condannato a 10 anni di reclusione, Cesario Caterino a 6 anni e Nicola Caterino detto o’Cecato a 16 anni. Quest’ultimo, è tornato in carcere dopo un periodo di detenzione ai domiciliari per motivi di salute.
È finito direttamente al 41bis, carcere duro riservato per i boss. Oltre dieci anni fa venne ucciso il fratello, Michele, davanti al cancello di casa. Condanne pesanti anche per gli altri imputati, come per Pietropaolo Caterino che ha intascato 8 anni. Nicola Cristofaro è stato condannato a 8, Vittorio Di Giorgio a 12 anni, Michele Ferriero a 16 anni, Andrea Fortunato a 6 anni; stessa condanna a 6 anni per Paolo Gargiulo, Orazio Lettera a 4 anni, Luca Mosca a 8 anni, Nicola Pota a 10 anni, Salvatore Pota a 9 anni, Raffaele Rao a 6 anni e Giancarlo Varriale a 13 anni di reclusione.
Gli inquirenti, coordinati dal tenente Flavio Annunziata del reparto territoriale di Aversa, avevano scoperto che dal 2008 al 2012 i 16 condannati, a vario titolo, erano stati protagonisti di episodi di estorsione, tentati e consumati, nei confronti di imprenditori del settore edile e commercianti dell’agro aversano.
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