Mondragone, rissa negli ex palazzi Cirio: «Ora intervento dello Stato»

Il prefetto Castaldo: «Massima attenzione istituzionale»

Gli ex palazzi Cirio a Mondragone
Gli ex palazzi Cirio a Mondragone
di Pierluigi Benvenuti
Sabato 4 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 08:38
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Un intervento incisivo e deciso a tutela del territorio e dei cittadini, per riaffermare la presenza dello Stato. È quanto è stato stabilito ieri pomeriggio nel corso del tavolo tecnico sull’ordine e la sicurezza pubblica a Mondragone convocato d’urgenza dal prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo.

A palazzo di governo si sono riuniti, con il prefetto, i vertici provinciali delle forze dell’ordine, il questore, il comandante provinciale dei carabinieri e quello della guardia di finanza e il sindaco Francesco Lavanga.

Sono stati assicurati interventi mirati alla salvaguardia della legalità e al ripristino del rispetto delle regole di convivenza civile. Il prefetto ha garantito «la massima attenzione istituzionale alla comunità mondragonese».

È la risposta all’impressionante guerriglia urbana dell’altra sera, nel pieno del centro della città. Uno scontro impressionante, uno spettacolo raccapricciante, come è stato definito da alcuni cittadini che hanno assistito alla scena tra viale Margherita e via Savona. Decine di persone, tra cui molti giovani e giovanissimi, si sono inseguiti per le strade, lanciandosi pietre e altri oggetti, armati di mazze, bastoni, spranghe di ferro. Senza preoccuparsi delle conseguenze, della possibilità di essere investiti dalle vetture in transito o di colpire qualche passante. Solo l’orario in cui l’episodio si è verificato, la tarda serata, ha impedito che si registrassero conseguenze più gravi. L’episodio ha spinto il sindaco Lavanga a chiedere la convocazione del comitato tecnico per la sicurezza e l’ordine pubblico, per studiare «misure straordinarie e provvedimenti di ordine pubblico finalizzati a rafforzare il presidio dello Stato sul territorio».

L’impegno della sola polizia locale non è in grado di arginare la situazione. E Lavanga teme che «questi fenomeni potrebbero sfociare in situazioni molto più gravi e difficili da gestire». Il primo cittadino ha ringraziato il prefetto Castaldo per aver accolto tempestivamente la sua richiesta e al termine dell’incontro si è detto convinto che «nei prossimi giorni vedremo già le prime azioni messe in campo, senza tralasciare ogni ulteriore attività che possa concorrere al recupero di una diffusa serenità nella nostra comunità».

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L’accaduto è diventato motivo di scontro politico. Per la coordinatrice cittadina di Fdi Rachele Miraglia «invocare oggi l’intervento del ministro degli Interni è tardivo. Perché quando Piantedosi nell’agosto scorso è venuto sul litorale domiziano Lavanga non ha chiesto di essere ricevuto? Cosa dirà in merito alla mancanza di controlli e del censimento degli immigrati presenti sul territorio? La città non è sicura e dobbiamo assistere a episodi di inciviltà, con il rischio di prendersi una coltellata».

Per il Movimento Mondragone Attiva (Mma) «la richiesta del sindaco di un tavolo tecnico è stata effettuata con il solito ritardo e non è quello che ci aspettavamo. Noi vogliamo un Consiglio monotematico dove ci si possa confrontare su cosa sta accadendo e su come si possa rimediare. Basta mettere la polvere sotto il tappeto». «Che ci sia un problema di sicurezza a Mondragone non è un segreto, ma questa amministrazione sembra non accorgersene», dice in una nota il deputato campano della Lega, Gianpiero Zinzi: «Porterò questa situazione all’attenzione del ministro Piantedosi. Serve restituire ordine e legalità anche a questa comunità». Sulla vicenda è intervenuto infine il vicecapogruppo alla Camera del M5s Agostino Santillo: «C’è un clima di insicurezza diffusa e il rischio di reazioni da parte della comunità mondragonese, stanca dell’assenza di interventi da parte dello Stato. L’amministrazione comunale non ha i mezzi per contrastare il fenomeno dell’area ghetto che si è creata ai palazzi Cirio».

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