Ferrari sposa le nuove tecnologie: il rispetto ambientale esalta le prestazioni

La Ferrari 296 GTB su strada
La Ferrari 296 GTB su strada
di Giorgio Ursicino
Mercoledì 9 Marzo 2022, 15:20 - Ultimo agg. 10 Marzo, 16:58
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Non c’è nulla di più emozionante del progresso. Ci voleva una Ferrari per certificare che la mobilità ecologica, le auto del domani, non sono affatto antagoniste delle performance e del piacere di guida, dei brividi e delle emozioni. Per chi sa di che si parla, non è certo una novità. Per l’immaginario popolare, invece, può suonare un po’ strano che una supercar con il propulsore termico più leggero e compatto, meno frazionato, con emissioni di CO2 più abbordabili ed un rumore bello lo stesso, ma meno assordante, possa svettare nel confronto con le proprie progenitrici. Il nuovo punto di riferimento delle alte prestazioni made in Maranello si chiama 296 GTB. Il nome dice tutto. Il cuore che spinge il gioiello, infatti, è un 2.900 cc, 6 cilindri, vero fiore all’occhiello della “Gran Turismo Berlinetta” icona della Motor Valley.

Come ha insegnato la Formula 1 dal 2014, il motore a scoppio in questa fase e in grado di lavorare d’amore e d’accordo con un’unità elettrica, dando vita ad una “power unit” ibrida che lascia a bocca aperta per cosa è in grado di fare. Chiamatelo progresso o, se volete, avanguardia tecnologica. Una miscela esplosiva in grado di cancellare con un colpo di spugna quello che sembrava l’eccellenza insuperabile. La Ferrari, si sa, dai tempi dell’Ingegnere, ha avuto la missione di proporre i bolidi stradali più tecnologici e performanti. L’approccio non è cambiato. Solo che ora è possibile andare più veloci consumando meno carburante, emettendo poche sostanze inquinanti e facendo niente rumore. Perché non sfruttare tutto questo ben di dio? Le astronavi di produzione della Scuderia hanno tutta l’intenzione di spremere questa opportunità, arrivando prima del previsto alla quadratura del cerchio: andamento fulmineo senza penalizzare l’ambiente, realizzando il sogno di muoversi veloce con un temperamento ecologico come una citycar.

Il segreto è la motorizzazione elettrica in grado di essere alimentata da energia pulita. Anche al 100%, generata dal vento e dal sole, quindi totalmente rinnovabile.

Alcune volte più cose positive avvengono contemporaneamente. Il propulsore ad elettroni, oltre a preservare il pianeta, ha un rendimento vicino al 100% (contro il 40% massimo di un ottimo cuore endotermico), una coppia massima immediatamente disponibile e l’abilità di procedere a qualsiasi andatura senza strappi e sternuti. Tutti gli amanti dell’auto sportiva già pregustano il piacere di vedere la prima “full electric” made in Ferrari che i ragazzi dell’ingegner Vigna, in gran segreto, stanno preparando. I limiti dell’ignoto si sposteranno certamente più avanti. Il Cavallino diventerà elettrico, si libererà totalmente dalla CO2 e sfrutterà al meglio il software, la connettività e, pure, l’intelligenza artificiale. Non per nulla il suo Ceo è un mago dei chip. La 296 GTB è un altro passo di questo percorso virtuoso. È capace di viaggiare per 25 km ad inquinamento zero, il suo MGU-K recupera energia ogni volta che si può rimettendola gratuitamente a disposizione (167 cv e 315 Nm) quando serve. Il leggero e piatto V6 (architettura 120 gradi) con questo aiuto arriva a 830 cv, meglio di qualsiasi V8. È proprio vero, il progresso non ha limiti.

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