Secondo i dottori, sarebbe più umano lasciarla morire e sospendere le cure, ma i genitori non sono d'accordo e sostengono che il caso di Indi sia diverso.
Indi ha solo sei mesi, «è una bambina forte, una combattente», assicura il papà. Sarà la Corte Suprema a decidere il destino della piccola ricoverata al Queen's Medical Centre di Nottingham.
Una preghiera a cuore aperto da parte di mamma e papà per Indi Gregory, la bimba di sei mesi affetta da una malattia mitocondriale e che ci porta alla mente le battaglie del piccolo Charlie Gard, le richieste di trasferimento o magari il desiderio di avere qualche giorno in più per illudersi di poter accettare quel futuro così sbagliato.
Innanzitutto, sostengono la mamma e il papà, Indi è sempre sorridente e risponde alle loro voci e al loro tocco. «Indi ha passato tutta la sua breve vita in ospedale», continua il papà, che non nega che la piccola abbia «avuto i suoi alti e bassi», ma normalmente «è in grado di respirare da sola e fa versetti pieni di gioia».
Inoltre, aggiunge la mamma, «non prova dolore» e tutto ciò che i genitori di Indi chiedono è un po' di tempo perché si stabilizzi in modo da poterla portare a casa e prendersene cura in un posto che non sia una stanza di ospedale.
«Sappiamo che non sarà mai come gli altri bambini, ma ci si spezza il cuore sapere che i dottori non vogliono darle la possibilità di vivere».
I genitori continueranno a pregare fino a venerdì (quando si pronuncerà la Corte sul caso) per un esito diverso da quello previsto dai medici, affinché la piccola Indi possa ottenere quella possibilità che desiderano per lei.