Comune di Napoli, ok al bilancio: si rischia la stangata su mense e asili nido

Raffica di aumenti ai servizi per i cittadini

Comune di Napoli, ok al bilancio:
Comune di Napoli, ok al bilancio:
di Luigi Roano
Venerdì 15 Marzo 2024, 23:29 - Ultimo agg. 17 Marzo, 08:49
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Nel giorno dell’approvazione in giunta del bilancio - il terzo dell’era del sindaco Gaetano Manfredi - si profila una stangata per quello che riguarda i cosiddetti «servizi a tariffa individuale» e tra questi ci sono anche gli asili nido e la refezione scolastica, l’affitto dei siti del Comune come il Maschio Angioino o i musei, gli impianti sportivi e molto altro. Per questi servizi l’aumento sarà del 18 per cento. Solo per gli asili e la refezione l’aumento dovrebbe slittare al prossimo anno scolastico.

È bene sottolineare che con «servizi pubblici a domanda individuale - come si legge nel Testo unico degli enti locali - si intendono tutte quelle attività gestite direttamente dal Comune di cui non vi è un obbligo istituzionale, che vengono utilizzate a richiesta dell’utente e che non sono state dichiarate gratuite per legge nazionale o regionale». Concretamente, questi servizi sono pagati in parte dal privato che li chiede e in parte dal Comune. Palazzo San Giacomo ha una percentuale di copertura del 36 per cento. Vale a dire che, per esempio, se affittare la Sala Gemito costa 100 euro all’ora il privato versa il 36 per cento della somma e la restante parte è in carico al Comune. Uno squilibrio non più sostenibile da parte del Municipio napoletano che è un ente «in riequilibrio finanziario pluriennale» sostanzialmente è in predissesto. Dunque sottoposto al “Patto per Napoli” che dà, ma toglie pure come dimostra l’aumento dell’Irpef e di altre gabelle.

Cosa è successo in queste ore in Comune? Che i servizi a tariffa di tutti gli assessorati - proprio perché Palazzo San Giacomo è in predissesto - hanno comunicato alla giunta che per tenere i conti a posto la percentuale di copertura deve salire dal 36 al 53,29 per cento. Così che la maggior parte della spesa è a carico di chi richiede la prestazione e non del Comune.

La ricognizione delle previsioni 2024 per quello che riguarda la spesa per il funzionamento dei nidi e sezioni primavera a gestione diretta e indiretta, «ha riscontrato un aumento delle spese per circa il 4,34% rispetto alle previsione dello scorso anno». Non ci sono cifre nel report ma è una situazione più o meno ancora sostenibile. È sulla refezione che c’è grossa preoccupazione anche perché sono decine di migliaia le dichiarazioni di reddito Isee ritenute non veritiere e che appesantiscono la spesa. Infatti ogni reddito Isee corrisponde una esenzione, uno sconto e una determinata tariffa naturalmente più basso è l’Isee meno alto sarà il costo della refezione.

Ma nelle scuole napoletane - ragionano a Palazzo San Giacomo - i figli dei professionisti, delle famiglie con due stipendio pagano di meno o quanto una famiglia monoreddito dove l’unica entrata è uno stipendio da operaio. E sulla refezione i costi sono salati. La spesa è aumentata di 2,2 milioni e gli incassi di solo mezzo milione. Le cose allora stanno così: la refezione costa complessivamente 18 milioni mentre gli incassi sono di 6,3 milioni esattamente un terzo. Ci sarà l’aumento ma il Comune per gli anni successivi «si riserva di intervenire sulla rimodulazione delle corrispondenti fasce Isee e di rivedere la modalità di contribuzione». Insomma è scattata la lotta contro i furbetti della refezione.

Approvato nella tarda serata di ieri dalla giunta il bilancio previsionale 2024-2026. «È un bilancio - spiega il sindaco Gaetano Manfredi - che vede ridotto di oltre 700 milioni il disavanzo con il raggiungimento di tutti gli obiettivi previsti dal “Patto per Napoli”. Questi risultati ci consentono di guardare con fiducia al futuro per garantire servizi sempre più efficienti ai cittadini e ai tantissimi turisti che continuano a crescere in città».

Per il resto il bilancio vede un incremento della spesa corrente con un piano straordinario di investimenti di oltre 100 milioni con un incremento rispetto all’anno scorso di 50 milioni. Tre milioni sono stati utilizzati per la costituzione della “Napoli patrimonio” che si occuperà al posto della NapoliServizi della gestione del patrimonio immobiliare. Quattro milioni all’Anm che arriva a quota 50. Alla manutenzione degli immobili Erp vanno 15 milioni, altrettanti per le strade per il verde e il welfare 8 milioni, per la sicurezza un milione. Talla Tassa di soggiorno incassi per 20 milioni, per quella di imbarco aeroportuale 12. Dimezzati i tempi di pagamento ai fornitori da 180 a 90 giorni. Il piano straordinario di investimenti è finanziato da un mutuo con la Bei di 30 milioni, altri 20 milioni recuperati dai mutui non utilizzati, dalla Città metropolitana arrivano 11 milioni, 8 sono per l’efficientamento energetico.

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