Bancomat impazzito, 23enne preleva 90mila euro senza addebiti sul conto: ora rischia il carcere

Quando si è accorto del bug ha continuato a ritirare

Bancomat impazzito, 23enne preleva 90mila euro (in 46 volte) senza addebiti sul conto: ora rischia il carcere
Bancomat impazzito, 23enne preleva 90mila euro (in 46 volte) senza addebiti sul conto: ora rischia il carcere
Mercoledì 28 Febbraio 2024, 21:23
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Credeva che l'avrebbe fatta franca, ma alla fine è stato scoperto. È bastato un bug allo sportello del bancomat e i soldi prelevati non sono stati scalati dal conto. Un colpo di fortuna o forse un piccolo miracolo, visto che 46 prelievi e 90mila euro in tasca dopo, i risparmi erano ancora intatti. Ma a pochi giorni di distanza un 24enne di Gand, città del Belgio, si è dovuto presentare di fronte a un giudice con l'accusa di frode.

Il ragazzo voleva aiutare un amico a finanziare la festa del suo matrimonio. È andato a prelevare 1.000 euro, ma aveva bisogno di 3.000 euro, quindi ha aumentato il limite di prelievo della sua carta, accorgendosi che i prelievi non apparivano e sul suo conto non era stato addebitato nulla.

Invece di informare la banca dell'errore, il 23enne pensava di aver vinto il jackpot.

E ha continuato a prelevare freneticamente per 46 volte, usando la propria carta, ma anche quella della fidanzata, fino a raggiungere la cifra colossale di 90.000 euro in poche ore. Al promesso sposo ha dato 30mila euro e gli altri se li è tenuti, o almeno così ha detto al giudice.

«Il mio cliente voleva aiutare un amico che stava per sposarsi. (...) Non si è accorto subito che il denaro era ancora sul suo conto. Non si tratta di un caso di rapina, perché non si è trattato di un furto deliberato», lo ha difeso l'avvocato Ercan Tok, citato dal quotidiano Het Nieuwsblad.

Argomentazioni che però non hanno convinto il giudice, soprattutto perché lo stesso imputato ha ammesso che dopo il quarto o quinto prelievo si era reso conto che la banca aveva commesso un errore. «E ha continuato?», lo ha incalzato il giudice. La sentenza è prevista per l'11 marzo e il pubblico ministero ha chiesto 18 mesi di reclusione, una multa di 4.000 euro e la restituzione dell'intero importo non addebitato.

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