«Evidenziando elevata professionalità, spiccato acume investigativo e non comune senso del dovere, partecipava a una complessa e articolare indagine che si concludeva con l'esecuzione di misure cauterali nei confronti di varie persone accusate a vario titolo di crimini in materia finanziaria, estorsione, detenzione illecita di armi, corruzione per un atto contrario al proprio dovere e con il contestuale sequestro di 4 società, beni immobili e mobili per un ammontare di oltre 28 milioni di euro».
È questa la motivazione per cui alcuni carabinieri della Compagnia di Sala Consilina hanno ricevuto l'encomio per le indagini denominata "Febbre dell'Oro nero" nel Vallo di Diano.
Il processo sull'indagine è in corso e ha visto diverse udienze nelle quali hanno parlato testimoni di giustizia soprattutto per il rapporto dei Casalesi con alcuni degli imputati. Nell'inchiesta sono finiti anche alcuni appartanenti alla mafia tarantina.