L'attesa è praticamente giunta al termine perché domani, lunedì 23 ottobre, torna Muschio Selvaggio, il podcast condotto da Fedez che, da maggio di quest'anno, è affiancato da Davide Marra. Il format che ha conquistato milioni di ascoltatori con le sue interviste autentiche e lo fa con un ospite d'eccezione: Fabio Fazio.
Il conduttore di Che Tempo Che Fa, dopo l'incredibile successo del suo programma - anch'esso protagonista di un ritorno col botto - racconta un po' di sé, di ciò che pensa della televisione al momento, ma anche del suo rapporto con la Rai e l'uscita dall'azienda, come e perché è avvenuta.
«Non ho mai detto che mi hanno cacciato», afferma Fabio Fazio riguardo l'uscita dalla Rai, «è chiaro che quando stai 40 anni in un posto è come una casa e quando ti dicono che l'affitto non si rinnova, un po' di spaesamento c'è.
Su Saviano più avanti dichiara: «Il fatto che il programma di Roberto Saviano non vada in onda non ha alcun senso e nessuna utilità. Tu puoi non mandare in onda un programma perché non funziona, ma non puoi non mandarlo in onda perché l'ha fatto lui. Roberto è uno dei più grandi intellettuali contemporanei, uno scrittore protetto dallo Stato che non può andare sulla tv di Stato, è un paradosso… ed è assurdo rinunciare al suo valore».
Sul ruolo della tv pubblica oggi, Fazio è convinto che «l'idea della televisione come momento collettivo è residuale ed è quello semmai l'obiettivo grande che dovrebbe svolgere la tv pubblica: ritrovare momenti in cui il pubblico generalista si possa riconoscere proprio in chiave di unità, però è un lavoro grande che implica un cambiamento radicale che secondo me non è più pensabile».
Quanto al trionfale debutto della prima puntata di Che Tempo Che Fa su Nove, che ha superato ogni aspettativa con uno share doppio rispetto alle previsioni, Fazio afferma: «Ho gioito… un attimo, il 10% è un risultato insperato… sarebbe stato peggio fare un terzo!», e poco dopo aggiunge: «adesso non potrà che peggiorare, dopo un successo clamoroso si può solo scendere!».