Bronzo europeo per la napoletana
​D'Isanto, figlia d'arte sul tatami

Nicolle D'Isanto
Nicolle D'Isanto
di Diego Scarpitti
Mercoledì 20 Marzo 2019, 19:15
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Si completa la rassegna europea under 21 in Portogallo con il terzo posto della napoletana Nicolle D'Isanto. Doppia elle nel nome della judoka figlia d’arte, per un errore di trascrizione all’anagrafe. Non sbaglia, invece, sul tatami l’atleta della Pomilia, che mette al collo un pesante bronzo a Coimbra. «Emozione tanto grande quanto indescrivibile. Dopo tre anni sono riuscita a riconfermarmi in campo internazionale. Nel 2016 a Vantaa, in Finlandia, medaglia d’argento ai campionati continentali cadetti. Vengo da un periodo di crisi», spiega la sportiva in judogi, che ritrova il sorriso. Vari infortuni hanno minato il mio cammino. Da qui il cambio di categoria da 57 a 63kg. Ho dovuto lavorare sodo, per costruire un fisico all’altezza, affinare la tecnica e tanti piccoli particolari hanno fatto poi la differenza».
 
 


Parte subito forte D’Isanto, costringendo alla resa la padrona di casa Beatriz Martins e la canadese Isabelle Harris. Lo stop con la russa Anastasiia Goncharova, la vincitrice del torneo, non frena le ambizioni dell’italiana, che si riscatta con la spagnola Maria Rey Burgos e la ceca Kristyna Polaskova. Capitola, infine, la francese Rania Drid. «Questo bronzo in Coppa Europa juniores ha un significato importante: un punto di partenza per nuovi traguardi». Lezione di abnegazione e tenacia. «Bisogna crederci sempre, metterci il cuore, impegnarsi a fondo, e pensare che ogni sacrificio giornaliero in palestra e il sudore profuso sul tatami assicurano quella forza e quella determinazione che nessuno altro può darti, se non te stesso», ammette la ragazza nata nel 1999, che fa parte del gruppo giovanile delle Fiamme Azzurre.

Judo passione di famiglia. «Papà Bruno vicepresidente della Fijlkam Campania e mamma Giovanna Tortora, campionessa di fama mondiale». Facile propendere per la disciplina giapponese, se in casa si hanno due validi modelli. «Mio padre allenava mia madre e inizialmente ha allenato anche me, quando ero più piccola», racconta compiaciuta Nicolle, orgogliosa dei trionfi materni: quattro volte bronzo agli Europei di Francoforte (1990), Praga (1991), Parigi (1992), L’Aia (1996), un terzo posto al Mondiale di Hamilton, nell’Ontario meridionale (1993) e due partecipazioni alle Olimpiadi di Barcellona’92 e Atlanta’96. «Mamma ha smesso la sua attività agonistica a 31 anni e ha iniziato ad insegnare, quando mi aveva nel pancione. Mi portava sempre agli allenamenti ed ero la mascotte del gruppo. Anche se ho praticato altri sport fino a 12 -13 anni, come la ginnastica artistica, ho scelto il judo: adesso è la mia vita». Dalle idee chiare D’Isanto junior. «Vado di fretta: l’obiettivo è vincere. Per il resto c’è tempo». Sogna e combatte Nicolle. Il coraggio davvero non le manca.
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